Napoli
Tra la notte del 19 e il mattino del 20 marzo di due anni fa, sul lungomare di Napoli, è stato ucciso l’aspirante pizzaiolo Francesco Pio Maimone, colpito da un proiettile vagante durante una lite tra due gruppi di giovani, scaturita a causa di un paio di scarpe di lusso calpestate.
Si è pronunciato il Tribunale Penale di Napoli, emettendo una condanna a 15 anni e 4 mesi per Francesco Pio Valda, identificato come colui che ha sparato quella sera. Valda è un giovane affiliato alla malavita locale.
Inoltre, il GUP Chiara Bardi ha condannato i familiari e gli amici di Valda, accusati di averlo aiutato a nascondersi dopo il fatto e a far sparire l’arma del crimine, per un totale di 68 anni di reclusione complessivi.
Durante il processo si sono costituite come parti civili la famiglia Maimone, rappresentata dall’avvocato Sergio Pisani, il Comune di Napoli, assistito dall’avvocato Marco Buzzo, e la Fondazione Polis, rappresentata dagli avvocati Celeste Giliberti e Gianmario Siani.
FFT