SALERNO – Un racconto agghiacciante è stato al centro dell’ultima udienza del processo per l’omicidio di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese segregata e seviziata per tre anni a Pontecagnano. Sul banco degli imputati Maria Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, accusati di averla torturata fino alla morte e di aver occultato il cadavere in un casolare.
Durante l’udienza, la Corte d’Assise di Salerno ha ascoltato l’avvocato Stefania De Martino, addetta allo sportello antiviolenza di Pontecagnano e prima a denunciare il pericolo che correva la giovane. “Dormiva e mangiava per terra. Le spegnevano le sigarette sulla pelle e la costringevano a bere la pipì”, ha testimoniato la De Martino. La donna ha spiegato come le violenze fossero sistematiche e prolungate nel tempo, con la vittima spesso chiusa in uno sgabuzzino e ridotta in uno stato di estrema debolezza fisica.
La vicenda di Marzia Capezzuti è stata segnalata ripetutamente alle forze dell’ordine e ai servizi sociali già nel 2021, senza però ottenere interventi tempestivi. “Ero stata avvisata da una mia cliente che conosceva bene la famiglia Vacchiano e mi chiamava ogni giorno per raccontarmi delle violenze. Ho avvisato i carabinieri, ma erano diffidenti”, ha riferito De Martino.
In aula è stato ascoltato anche Giuseppe Liguori, che ha raccontato di aver saputo delle sevizie tramite una coppia a cui portava pacchi alimentari. Liguori ha consegnato ai carabinieri delle fotografie che documentavano le violenze subite da Marzia.
Al momento, il figlio di Maria Barbara Vacchiano e Damiano Noschese sta scontando una condanna a 16 anni di carcere per il suo ruolo nel delitto, mentre i genitori attendono il verdetto definitivo del tribunale. La prossima udienza è prevista per la prossima settimana, con l’attesa testimonianza di nuovi testimoni chiave.