Milano – Con la riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, si riaccende la discussione sulla condanna inflitta ad Alberto Stasi. Il 41enne, che sta scontando la sua pena nel carcere di Bollate, continua a dichiararsi innocente e potrebbe ora beneficiare di una revisione del processo, qualora le nuove prove portino a un ribaltamento della sentenza.
Le nuove indagini si basano sull’analisi del DNA ritrovato sotto le unghie della vittima, che risulterebbe compatibile con Andrea Sempio. Inoltre, sono in corso accertamenti sulla compatibilità delle impronte digitali rinvenute nella villetta di Chiara e sulla taglia delle scarpe che hanno lasciato tracce sulla scena del crimine.
L’avvocata di Stasi, Giada Bocellari, ha dichiarato: “Non ci faremo prendere dall’onda mediatica. Non presenteremo subito una richiesta di revisione del processo, ma lo faremo quando avremo a disposizione tutti i risultati delle indagini in corso”.
D’altro canto, la famiglia Poggi rimane ferma sulla colpevolezza di Stasi. Il padre di Chiara ha espresso il suo dolore per la riapertura del caso: “Dopo diciotto anni credevamo fosse finita. Per noi vale la sentenza definitiva della Cassazione”.
Attualmente, Stasi lavora come contabile all’esterno del carcere e potrebbe beneficiare di una liberazione anticipata nel 2028. Se le nuove prove porteranno a una revisione del processo, il suo futuro potrebbe cambiare radicalmente. Tuttavia, per ora, la sua condanna resta in vigore e la battaglia legale sembra tutt’altro che conclusa.