Aiutò a morire in Svizzera un malato di sclerosi multipla: Marco Cappato andrà a processo. Imputazione coatta anche per Chiara Lalli e Felicetta Maltese

© Associazione Luca Coscioni

FIRENZE – Sarà un’aula di tribunale a decidere se l’aiuto fornito da Marco Cappato a Massimiliano Scalas, un 44enne di San Vincenzo affetto da sclerosi multipla, costituisca reato. La giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, Agnese Di Girolamo, ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Carmine Pirozzi e ha disposto l’imputazione coatta per Cappato e per le due attiviste dell’associazione Luca Coscioni, Chiara Lalli e Felicetta Maltese. I tre, che nel 2022 avevano accompagnato Massimiliano in Svizzera per accedere al suicidio assistito, saranno chiamati a rispondere dell’accusa di “aiuto al suicidio”, prevista dall’articolo 580 del codice penale, che comporta una pena da cinque a dodici anni di reclusione.

Secondo l’ordinanza della gip, non sussistono le condizioni affinché il caso rientri tra quelli depenalizzati dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale. In particolare, la giudice ha ritenuto che Massimiliano non fosse mantenuto in vita da un trattamento di sostegno vitale, elemento considerato essenziale per l’accesso legale al suicidio assistito in Italia. Un punto su cui la Consulta era tornata lo scorso anno, con la sentenza n. 135/2024, introducendo una lettura più estensiva del concetto, includendo anche pratiche di assistenza non medicalizzate. Tuttavia, la decisione del tribunale fiorentino si fonda su un’interpretazione rigorosa: «È necessario – si legge nell’ordinanza – che la sospensione del trattamento provochi prevedibilmente la morte in breve tempo».

Gli imputati si erano autodenunciati nel 2022, rivendicando l’azione come gesto di disobbedienza civile. «Siamo pronti ad assumerci ogni responsabilità», ha dichiarato Marco Cappato, sottolineando come l’inerzia del Parlamento continui a lasciare senza risposte migliaia di persone nelle stesse condizioni di Massimiliano. Anche l’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’associazione e legale della difesa, ha espresso determinazione: «Affronteremo il processo per difendere il diritto all’autodeterminazione, oggi negato a molti malati che dipendono totalmente da altri».

Nel frattempo, l’attenzione torna anche sul piano politico: giovedì 27 marzo la Conferenza Stato-Regioni affronterà il tema del fine vita, dopo che la Regione Toscana ha approvato la proposta di legge popolare “Liberi Subito”. Una battaglia che, per Cappato e i suoi compagni, va oltre il singolo caso e riguarda un principio fondamentale: quello della libertà di scelta, fino all’ultimo respiro.