Bonate Sotto, operaio schiacciato da un muro: tre condanne e un’assoluzione nel processo per la morte di Olivo Torri

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BERGAMO – Tre condanne e un’assoluzione: si è concluso così il processo per l’infortunio mortale avvenuto il 15 maggio 2019 all’interno dello stabilimento Comac 4 di Bonate Sotto, dove perse la vita Olivo Torri, operaio di 61 anni, colpito e schiacciato da una parete in cemento armato durante lavori di modifica interna.

Il giudice ha assolto Elio Cisana, titolare della ditta Cisana Srl incaricata dei lavori, ritenendolo estraneo alle responsabilità contestate. Condannato invece a otto mesi Giorgio Donadoni, legale rappresentante della Comac, con pena sospesa e non menzione. Cristian Forlani, responsabile della sicurezza, e Roberto Locatelli, l’operaio che aveva effettuato il taglio nella parete, sono stati condannati entrambi a un anno di reclusione, anche in questo caso con pena sospesa per Locatelli. Donadoni e Forlani dovranno inoltre versare una provvisionale di 10mila euro alla famiglia della vittima, che si è costituita parte civile.

Il pubblico ministero Letizia Ruggeri aveva richiesto condanne più severe: un anno e quattro mesi per Cisana, Forlani e Locatelli, e l’assoluzione per Donadoni. Secondo l’accusa, la zona del cantiere avrebbe dovuto essere isolata in modo più efficace: non bastava, come fu fatto, limitarne l’accesso ai soli orari della pausa pranzo o dopo le 17, senza però installare barriere fisiche o segnali di pericolo visibili.

Quel giorno, Torri e un collega erano entrati nel capannone per prendere misure necessarie alla realizzazione di un pannello provvisorio. I lavori di taglio della parete erano già stati eseguiti: con una sega montata su binari erano stati praticati solchi nella parete sud, poi bloccati con cunei di legno. La parete, però, crollò improvvisamente, travolgendo Torri.

Il giudice ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare la posizione di F.D., preposto alla sicurezza del cantiere ma assente il giorno dell’incidente. Una figura su cui ora potrebbe aprirsi un nuovo fronte d’indagine.

La sentenza pone un punto fermo, ma la vicenda giudiziaria potrebbe non essere ancora chiusa del tutto. Intanto, la memoria di Olivo Torri resta viva nel dolore della famiglia e nelle richieste di maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro.