Napoli, omesso addebito dei costi della Municipale: condannati per danno erariale De Iesu e Clemente

NAPOLI – Si è concluso con due condanne il procedimento contabile davanti alla Corte dei Conti della Campania che ha coinvolto alcuni ex componenti e membri attuali della giunta comunale di Napoli, accusati di aver provocato un danno erariale per mancati introiti legati all’impiego della Polizia Municipale in eventi a scopo di lucro organizzati in città tra il 2017 e il 2023.

I giudici contabili hanno accolto le richieste dei pubblici ministeri Ferruccio Capaldo e Licia Centro – coordinate dal procuratore regionale Antonio Giuseppone – condannando l’ex assessora Alessandra Clemente e l’attuale assessore alla Legalità e alla Polizia Municipale, Antonio De Iesu. Alla prima è stato riconosciuto un danno erariale pari a 160mila euro, mentre al secondo è stata imputata una responsabilità per 20mila euro.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, Clemente e De Iesu avrebbero omesso di addebitare agli organizzatori privati di eventi – tra cui concerti, partite del Napoli, maratone e manifestazioni sportive – i costi del personale della Municipale impiegato per la sicurezza e la viabilità. Costi che, secondo le stime della Guardia di Finanza, avrebbero dovuto generare introiti superiori a un milione e mezzo di euro per le casse del Comune.

Assolti, invece, Pierpaolo Baretta, attuale assessore al Bilancio, e due ex assessori, Ciro Borriello ed Eleonora De Majo, per i quali la Procura contabile aveva ipotizzato una responsabilità pari a 70mila euro ciascuno. In particolare, per De Majo, l’avvocato Domenico Ciruzzi ha espresso soddisfazione per il verdetto: «La Corte ha riconosciuto l’assenza di responsabilità della dottoressa De Majo, confermando la sua correttezza e il suo operato nell’interesse della collettività».

I giudici hanno tenuto conto, nel calcolo del danno, anche delle circostanze esimenti, tra cui l’impatto della pandemia, che ha influito sull’organizzazione e la gestione degli eventi pubblici. Tuttavia, il principio resta: non possono essere i cittadini a pagare il costo della sicurezza per iniziative private a fini di lucro.

La sentenza apre ora il capitolo delle eventuali azioni di recupero da parte del Comune, in un contesto che mette ancora una volta sotto la lente la gestione della cosa pubblica e la trasparenza nei rapporti tra amministrazione e interessi economici privati.