Palermo, incidente mortale in via Selinunte: assolto il giovane automobilista. Il giudice: “Non fu omicidio stradale”

PALERMO – Non fu omicidio stradale. Con questa motivazione il giudice della quinta sezione penale del Tribunale di Palermo, Salvatore Flaccovio, ha assolto “perché il fatto non sussiste” G.L.N., 24 anni, imputato per la morte dell’architetto Nicola Polisano, avvenuta nel pomeriggio del 9 giugno 2019 in seguito a un violento impatto tra una Vespa e una Volkswagen Polo all’incrocio tra via Selinunte e via Piazzi, in zona via Dante.

Polisano, 54 anni, responsabile dell’impianto Rap di Bellolampo e progettista della sesta vasca, stava percorrendo in sella al suo scooter la strada cittadina, quando fu centrato dall’auto guidata da G.L.N., scaraventato contro il parabrezza e poi sull’asfalto, a circa dieci metri dal punto di collisione. Le dinamiche del sinistro sono state oggetto di una lunga e complessa istruttoria processuale, che ha coinvolto numerosi periti e consulenti.

Secondo il giudice Flaccovio, l’incidente fu causato da una condotta gravemente imprudente da parte della vittima. Polisano non avrebbe rispettato la precedenza a destra, non indossava il casco (o lo indossava in modo improprio), e trasportava diversi sacchetti sulla pedana della Vespa, inclusa una busta contenente lettiera per animali, posizionata proprio nel punto in cui si trova il freno posteriore. Tutti elementi che, scrive il giudice, “hanno certamente reso difficoltoso il libero uso delle gambe e verosimilmente contribuito al ritardo nell’azionamento del meccanismo di frenata”.

Il pubblico ministero aveva chiesto per l’imputato una condanna a otto mesi di reclusione. Il giovane è stato difeso dall’avvocato Salvino Pantuso, la cui linea difensiva ha convinto il giudice: il comportamento di G.L.N. è stato ritenuto connotato da una colpa lieve, legata esclusivamente alla mancata adeguatezza della velocità (33 km/h in una strada urbana, comunque sotto il limite massimo), in un contesto urbano con scarsa visibilità per la conformazione delle vie e le auto in sosta.

La famiglia di Nicola Polisano, che si era costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Michele Calantropo, ha espresso amarezza per il verdetto. L’assicurazione Hdi, citata come responsabile civile, era rappresentata in aula dall’avvocato Aurelio Anselmo.

Una vicenda dolorosa che si chiude senza colpevoli, ma non senza interrogativi sulle dinamiche urbane e sulla sicurezza stradale in contesti cittadini complessi come quello di via Selinunte.