TRAPANI – Si è tenuta al Tribunale di Trapani una delle udienze più delicate del processo che vede imputato per omicidio colposo il pediatra Antonio Eros Somma, accusato di negligenza per la morte del piccolo Giorgio D’Angelo, il bimbo di cinque anni deceduto il 28 giugno 2024 all’ospedale “Di Cristina” di Palermo. Una vicenda che ha profondamente colpito l’opinione pubblica e che, in aula, si è caricata di un’emozione difficile da contenere.
A testimoniare sono stati chiamati Salvatore D’Angelo e Ambra Luna Laneri, genitori del bambino, entrambi parti civili nel processo. La madre, visibilmente provata, non è riuscita a sostenere l’udienza per un malessere insorto poco prima dell’ingresso in aula. “La signora era troppo scossa per affrontare questo passaggio”, ha spiegato il loro legale, l’avvocato Massimiliano Fabio, che ha anche depositato la querela con la relativa documentazione medica.
Il padre del piccolo ha invece reso dichiarazioni toccanti al pubblico ministero, ricostruendo i giorni drammatici che hanno preceduto il decesso. Giorgio fu visitato per la prima volta il 26 giugno 2024, quando il dottor Somma gli diagnosticò una gastroenterite. Il giorno dopo, durante una visita per la sorellina Gloria, i genitori avevano riferito che il bambino non migliorava. “Il pediatra confermò la diagnosi, nonostante febbre alta e vomito persistente”, ha spiegato l’avvocato Fabio.
In aula si è respirata una tensione palpabile. “Il momento più forte – ha raccontato l’avvocato – è stato quando il padre ha detto che Giorgio è entrato in ospedale il 26 giugno e non ne è mai più uscito vivo”. L’imputato era presente ma non c’è stato alcun contatto diretto con i familiari. “È nostra scelta evitare ogni interazione tra le parti, nel rispetto del dolore”, ha aggiunto il legale.
Il processo proseguirà l’11 giugno 2025, con l’audizione di tre nuovi testimoni, incluso il consulente tecnico nominato dal pubblico ministero. Il procedimento è seguito con attenzione anche dalla giudice Silvia Renda, che presiede il collegio giudicante, e dal pm Andrea Bassi, titolare dell’inchiesta.
“Non esiste consolazione per una perdita simile”, ha detto l’avvocato Fabio a fine udienza. “Ma c’è un dovere di verità. È tutto ciò che questi genitori chiedono”.