SALERNO – Con un provvedimento di archiviazione emesso dal giudice per le indagini preliminari Francesco Guerra, si è conclusa la vicenda giudiziaria che vedeva coinvolto un imprenditore edile di Capaccio Paestum, accusato inizialmente di omicidio colposo per la morte di un operaio 35enne, deceduto mentre lavorava in un cantiere di Pontecagnano Faiano nell’ottobre 2023.
Secondo quanto ricostruito nelle indagini della Procura di Salerno, coordinate dal pubblico ministero titolare del fascicolo, l’operaio – originario della Piana del Sele – prestava servizio come manovale senza un regolare contratto di lavoro. Il decesso, avvenuto in maniera improvvisa sul posto di lavoro, aveva fatto scattare l’inchiesta con l’ipotesi di reato più grave a carico del titolare della ditta.
Tuttavia, l’esito dell’autopsia, disposto dalla magistratura e condotto da un consulente medico-legale incaricato, ha escluso la riconducibilità della morte a condizioni ambientali o lavorative. Le cause, secondo quanto emerso, sarebbero da ricondurre a un edema polmonare acuto, sopraggiunto in un soggetto affetto da una cardiopatia pregressa. Un quadro clinico di cui l’imprenditore non era a conoscenza, anche in virtù del fatto che il lavoratore non era mai stato sottoposto a visita medica preventiva, non essendo regolarmente assunto.
La difesa dell’imprenditore, rappresentata dall’avvocato Ciro Vicidomini, ha sostenuto per tutta la durata dell’indagine l’assoluta mancanza di responsabilità penale del proprio assistito, evidenziando come non vi fossero né elementi oggettivi di negligenza, né alcuna conoscenza da parte del datore di lavoro delle condizioni di salute del lavoratore.
Il pubblico ministero ha accolto la linea difensiva, avanzando a sua volta istanza di archiviazione, accolta dal giudice Guerra. La decisione mette così fine a due anni di inchiesta. «Il mio assistito ha sempre avuto fiducia nella giustizia», ha dichiarato l’avvocato Vicidomini all’uscita della Cittadella giudiziaria di Salerno. «Oggi il tribunale ha chiarito la sua totale estraneità ai fatti».
L’episodio riaccende tuttavia l’attenzione sul lavoro irregolare e sulle conseguenze legate all’assenza di tutele e sorveglianza sanitaria nei cantieri.