Mafia dei chioschi, Zof ci riprova con l’abbreviato: il giudice si riserva, il pm dice no

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LATINA – Si è aperto con toni tesi e attese sospese il processo sulla cosiddetta “mafia dei chioschi” del lungomare di Latina, un’indagine che ha messo in luce presunti legami tra la gestione degli stabilimenti balneari e ambienti della criminalità organizzata. Al centro del procedimento figura Alessandro Zof, considerato dagli inquirenti parte di un sistema capace di intimidire e orientare le attività economiche sul litorale.

Insieme a lui, sono imputati anche Fabio e Maurizio Zof (rispettivamente fratello e padre), Davide Facca, Giovanni Ciaravino, Alessio Attanasio, Jeguirim Ahmed, Corrado Giuliani, Franco Di Stefano e Pasquale Scalise. Tutti devono rispondere di reati aggravati dall’articolo 416 bis, con l’accusa di aver agito avvalendosi del metodo mafioso.

Durante l’udienza di ieri, i difensori – tra cui gli avvocati Sandro Marcheselli, Alessia Vita, Virginia Ricci, Francesco Vasaturo e Marco Lucentini – hanno nuovamente richiesto il rito abbreviato per i tre Zof, Facca e Ciaravino, istanza già rigettata in fase preliminare. Il collegio presieduto dal giudice Gian Luca Soana si è riservato sulla decisione. Parere negativo è stato espresso dal pubblico ministero Francesco Gualtieri, della Direzione distrettuale antimafia, che ha ribadito i motivi del precedente rigetto.

Al centro del processo vi è anche il materiale probatorio integrato con atti provenienti dall’inchiesta “Assedio” condotta dalla Procura di Roma, relativa al pressing mafioso ad Aprilia, dove emergerebbero collegamenti tra Alessandro Zof e il clan dei fratelli Travali, in conflitto con la consorteria guidata da Patrizio Forniti, oggi latitante.

Nel fascicolo si documentano minacce subite da un giovane imprenditore della zona, gestore di spiagge libere attrezzate, che avrebbe cercato protezione proprio da Forniti dopo le intimidazioni attribuite a Zof.

La mancata costituzione di parte civile da parte del Comune di Latina ha suscitato clamore: l’amministrazione ha avviato un’istruttoria interna per chiarire la dimenticanza, annunciando in sede civile un’azione risarcitoria. Il processo proseguirà nelle prossime settimane.