Rimini, assolti due imputati nel processo “Dirty Cleaning”: “Nessuna intestazione fittizia”

© Matilda Wormwood

RIMINI – Si è chiuso con due assoluzioni e una condanna parziale il processo legato all’operazione “Dirty Cleaning”, condotta nel novembre 2020 dalla Guardia di Finanza di Rimini e incentrata su una presunta intestazione fittizia di beni connessa a una ditta di sanificazioni operante tra Romagna e Marche. L’indagine, nata durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, aveva portato al sequestro preventivo di un’azienda ritenuta dagli inquirenti legata indirettamente ad ambienti della criminalità organizzata campana.

Secondo l’impianto accusatorio, l’impresa — attiva nel settore delle sanificazioni di veicoli, esercizi commerciali e hotel — sarebbe stata formalmente intestata a due prestanome, ma di fatto controllata da Salvatore Emolo, 48enne di origine napoletana, con precedenti per droga e fratello di Ferdinando Emolo, affiliato al clan Di Lauro.

La Procura sosteneva che Salvatore Emolo avesse partecipato occultamente agli utili dell’impresa e ne avesse utilizzato le autorizzazioni per eludere le misure patrimoniali a cui era sottoposto in quanto soggetto considerato socialmente pericoloso. Tuttavia, nel corso del dibattimento davanti al Collegio del Tribunale di Rimini, la tesi della pubblica accusa non ha retto.

Nella giornata di mercoledì, i giudici hanno assolto i due imputati napoletani, un 48enne e un 26enne, difesi dall’avvocato Marco Defendini, da tutte le accuse, nonostante la richiesta di condanna a 3 anni e 4 mesi da parte del pubblico ministero.

Per Salvatore Emolo, assistito dall’avvocato Antonio Pelusi, è invece arrivata una condanna a 2 anni e 2 mesi per il solo reato di omessa comunicazione di variazioni patrimoniali. Assolto invece dall’accusa principale di intestazione fittizia di beni. Una pena ben inferiore rispetto ai 7 anni e 2 mesi chiesti dall’accusa.

Il dispositivo ha segnato un ridimensionamento significativo dell’impianto accusatorio, con il Tribunale che ha ritenuto insussistenti i presupposti per configurare una vera operazione di occultamento mafioso dietro l’attività imprenditoriale.

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