Macerata – Si è chiusa con un’assoluzione piena l’ultima vicenda giudiziaria che vedeva imputato Giuseppe Giampaoli, storico direttore del Cosmari, il consorzio per la gestione dei rifiuti della provincia di Macerata. L’accusa era pesante: abuso d’ufficio e turbata libertà nella scelta del contraente, in relazione a una serie di affidamenti diretti concessi tra il 2017 e il 2019 per servizi tecnici fondamentali come carburante, riparazioni di mezzi, trasporto rifiuti e rimozione delle macerie del sisma.
Secondo l’impianto accusatorio, quegli incarichi – pur frazionati in importi al di sotto della soglia per le gare pubbliche – avrebbero aggirato il principio di rotazione tra le ditte, generando un sistema che alla lunga aveva portato a somme liquidate di centinaia di migliaia di euro. Un modus operandi finito sotto la lente dell’organismo di vigilanza e poi oggetto di un’indagine della Guardia di Finanza, con tanto di sequestro documentale e segnalazione all’Anac.
Ma il tribunale di Macerata ha messo fine alla vicenda. Il pubblico ministero Francesco Carusi, in aula, ha preso atto dell’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, chiedendo al contempo l’assoluzione per la turbativa d’asta. Il giudice ha accolto l’istanza, pronunciando l’assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste”.
Giampaoli, difeso dagli avvocati Vando Scheggia e Vito Iorio, si è sempre dichiarato estraneo a qualsiasi intento doloso, sostenendo di aver operato nel rispetto delle esigenze di rapidità imposte dalla gestione dell’emergenza post-sisma. La stessa Autorità nazionale anticorruzione, dopo un’indagine amministrativa, aveva archiviato il procedimento prendendo atto delle difficoltà oggettive legate all’assetto procedurale.
«Giampaoli ha sempre agito con trasparenza e a vantaggio della collettività», ha commentato l’avvocato Scheggia. «Ora potrà finalmente godersi la pensione con una fedina penale immacolata, dopo anni di attenzione mediatica e processi dai quali è sempre uscito assolto».