La Corte di Appello di Firenze ha emesso la sua sentenza finale nel lungo processo relativo alla morte di Anna Maria Collini, avvenuta all’ospedale di Prato nel febbraio 2014. Dopo oltre 11 anni dai fatti, la corte ha deciso di assolvere il chirurgo Francesco Menici, mentre ha dichiarato la prescrizione per l’ex primario di ginecologia Giansenio Spinelli. I due medici erano accusati di omicidio colposo per non aver diagnosticato tempestivamente una diverticolite acuta, condizione che ha portato alla morte della donna.
Nel 2017, il Tribunale di Prato aveva condannato Spinelli a 10 mesi di reclusione e Menici a 7 mesi, oltre a imporre una provvisionale di 50.000 euro a ciascuno dei medici, in favore della parte civile, rappresentata dal marito, dalla figlia e dalla nipotina di Anna Maria Collini. Tuttavia, la sentenza di appello ha revocato la provvisionale per Menici, mantenendola invece per Spinelli e la Asl Toscana Centro, che resta responsabile civile.
La vicenda risale al 16 dicembre 2013, quando Anna Maria Collini fu ricoverata in ospedale a causa di forti dolori addominali. Dopo aver escluso la presenza di un tumore ovarico, i medici scoprirono che la causa era una diverticolite acuta. Nonostante vari interventi chirurgici, la paziente morì due mesi dopo. La perizia medico-legale affidata a esperti delle Università di Pisa e Roma ha sottolineato che un intervento tempestivo già a fine dicembre avrebbe potuto salvarla.
L’avvocato Federico Bagattini, che ha assistito Menici insieme all’avvocato Martina Gaggini, ha commentato l’assoluzione, parlando di una decisione arrivata con un ritardo di quattro anni. Tuttavia, gli avvocati difensori di Spinelli e della Asl, rispettivamente Manuele Ciappi e Silvia Nesti, hanno annunciato il ricorso in Cassazione, sperando in una riforma della sentenza.