Bologna, rifugiato ucraino riceve 50 multe ma viene assolto: il giudice riconosce l’errore in buona fede

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BOLOGNA – Cinquanta multe accumulate in meno di quattro mesi per aver percorso corsie preferenziali a Bologna senza autorizzazione, per un totale di 4.750 euro. Questo l’incredibile conto che si è visto recapitare un cittadino ucraino rifugiato, arrivato in Italia per sfuggire alla guerra. Eppure, al termine del processo, la giudice di pace Simona Santini ha annullato tutte le sanzioni, riconoscendo l’“incolpevole ignoranza” dell’uomo e la sua assoluta buona fede.

Il protagonista della vicenda è un giardiniere impiegato nel Bolognese, titolare di un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria. Per raggiungere i luoghi di lavoro tra ottobre e gennaio, ha più volte percorso le corsie preferenziali di via Murri e via Matteotti, inconsapevole di star violando il Codice della Strada. L’uomo, infatti, non conosce la lingua italiana e non era in grado di comprendere i cartelli stradali riservati ai mezzi pubblici.

Assistito dall’avvocato Jacopo Mannini, ha presentato ricorso contro le multe, sostenendo la mancanza di dolo nella sua condotta. «Non c’è stata alcuna volontà di trasgredire – ha affermato il legale – ma solo l’effetto di una condizione di fragilità, linguistica e culturale». La giudice ha accolto l’istanza e annullato le sanzioni: “È evidente la sproporzione tra la gravità delle infrazioni e l’ammontare complessivo delle multe – si legge nella sentenza –. Il ricorrente ha agito per errore in buona fede e in condizioni economiche precarie”.

Il provvedimento giudiziario stabilisce inoltre che, trattandosi di infrazioni avvenute in un intervallo di tempo ristretto e prima della notifica della prima contravvenzione, il comportamento deve essere considerato come un’unica violazione.

«È una decisione che fa giurisprudenza – ha commentato l’avvocato Mannini – perché tiene conto della persona, non solo della norma. Una sentenza che parla anche di equità e umanità». Il caso potrebbe rappresentare un punto di riferimento per altri ricorsi in situazioni simili.