Montichiari – Si chiude senza processo l’intricata vicenda giudiziaria che ha coinvolto due infermieri, Michele Rigo e Massimo Bonettini, accusati di aver calunniato il dottor Carlo Mosca, ex primario reggente del Pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari, poi assolto in via definitiva dall’accusa di duplice omicidio volontario nei confronti di due pazienti Covid. Le due procedure penali avviate nei confronti dei due sanitari si sono concluse con altrettante archiviazioni.
Dopo l’assoluzione del dottor Mosca, la Corte d’Assise — presieduta dal giudice Roberto Spanò — aveva disposto la trasmissione degli atti alla Procura, ipotizzando il reato di calunnia. Secondo il Collegio, i due infermieri avevano deliberatamente costruito un impianto accusatorio fondato su «tesi, supposizioni e sospetti», con l’obiettivo di attribuire serietà a quella che il giudice definì «una macchinazione».
Il primo procedimento a carico di Rigo e Bonettini è stato archiviato su richiesta del pubblico ministero, accolta da un giudice per le indagini preliminari. Ma la difesa di Mosca, che non aveva potuto opporsi in assenza di comunicazione e di numero di fascicolo, ha presentato un esposto, dando origine a un secondo procedimento. Anche quest’ultimo è stato archiviato, questa volta dal giudice Andrea Guerrerio, che ha ritenuto non procedibile la nuova istanza per ragioni formali, in considerazione della precedente archiviazione.
Il dottor Mosca, attualmente in servizio al 118 dell’ospedale Civile, ha ottenuto un risarcimento per ingiusta detenzione pari a 104 mila euro, dopo aver trascorso 522 giorni agli arresti domiciliari. Rimane il dato di fatto: nessun processo si celebrerà nei confronti di chi contribuì all’avvio di una delle più drammatiche accuse rivolte a un medico durante la pandemia.