NAPOLI – Un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha portato all’arresto di un carabiniere, accusato di aver collaborato con il clan della 167 di Arzano in cambio di denaro e favori. Il militare, un luogotenente di 58 anni originario della provincia di Caserta, avrebbe ricevuto mille euro al mese, oltre a somme extra e benefit, per fornire informazioni riservate sulle indagini in corso e sulle operazioni delle forze dell’ordine.
Secondo l’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta del pubblico ministero Giovanni Russo, il carabiniere avrebbe avvisato i membri del clan dell’installazione di telecamere di sorveglianza e delle imminenti esecuzioni di arresti, permettendo così la fuga di alcuni esponenti del gruppo criminale.
Insieme al militare, sono stati arrestati anche Giuseppe e Mariano Monfregolo e Aldo Bianco, ritenuti figure di spicco del clan. L’accusa nei loro confronti è di corruzione continuata in concorso, aggravata dall’aver favorito un’organizzazione criminale di stampo mafioso.
Gli avvocati difensori del carabiniere, Antonio Di Martino e Luca Sorrentino, hanno dichiarato che il loro assistito “respingere fermamente le accuse e fornirà la propria versione dei fatti durante l’interrogatorio di garanzia”.