Carabiniere picchia la moglie per tifo “sbagliato”: condannato a 3 anni e 4 mesi

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TORINO – Una vicenda che mescola violenza domestica e fanatismo calcistico si è conclusa , con la condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione per un carabiniere residente in provincia di Torino, riconosciuto colpevole di ripetuti maltrattamenti ai danni della moglie. L’uomo, appassionato tifoso della Juventus, aveva aggredito fisicamente la coniuge nel 2013, dopo che lei aveva espresso simpatia per il Napoli in occasione di una partita tra le due squadre.

Il processo, celebrato presso il Tribunale di Torino, si è concluso con la sentenza emessa dal collegio presieduto dalla giudice Immacolata Iadeluca, affiancata da Federica Florio e Milena Lombardo. La pubblica accusa era sostenuta dalla PM Livia Locci, che aveva richiesto una pena di tre anni. I giudici hanno ritenuto invece congrua una condanna superiore, che sarà comunque scontata in regime di detenzione domiciliare.

A rappresentare la parte civile, costituita dall’ex moglie e dai due figli della coppia, è stata l’avvocata Alessandra Lentini. Il quadro emerso in aula ha delineato una situazione di reiterata violenza domestica, protrattasi per anni e culminata in un divieto di avvicinamento già disposto in fase cautelare nei confronti dell’imputato.

Secondo le testimonianze, l’episodio legato alla partita di calcio ha rappresentato solo uno dei tanti momenti in cui la tensione familiare è degenerata in aggressione. La sentenza riconosce il carattere sistematico dei maltrattamenti, giudicando irrilevanti i tentativi della difesa di minimizzare i fatti. Il carabiniere, pur non più convivente con la vittima da tempo, è stato giudicato per condotte risalenti a un lungo arco temporale, dal quale è emerso un quadro costante di sopraffazione.

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