Centro sociale Foa Boccaccio a processo: chiesto un risarcimento da 100mila euro per occupazione e furto di energia elettrica

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MONZA – È cominciato oggi, venerdì 21 marzo, presso il Tribunale di Monza, il processo a carico di tre attivisti del centro sociale Foa Boccaccio, accusati di occupazione abusiva e furto di energia elettrica relativi all’ex rimessa degli autobus di via Timavo. Il quarto imputato, Maurizio Molla, è deceduto alcuni mesi fa e non sarà dunque giudicato. La proprietà dell’immobile ha avanzato una richiesta di risarcimento danni pari a 100mila euro, sostenendo che l’occupazione avrebbe causato una perdita di valore dell’area in vista della sua possibile vendita.

Il caso ha suscitato grande attenzione anche per il significato politico e sociale che la vicenda ha assunto. Il centro sociale, attivo da oltre vent’anni sul territorio, ha definito il procedimento penale un tentativo di criminalizzare la propria storia di autogestione, cultura alternativa e lotta sociale. Secondo i militanti, l’occupazione dell’ex deposito, durata dal luglio 2021 all’agosto 2023, è stata un’esperienza collettiva che ha coinvolto centinaia di cittadini e ha offerto spazi alternativi di aggregazione e partecipazione.

Il processo si basa in parte sulle identificazioni effettuate durante una delle proiezioni serali del cineforum estivo, manifestazione storica del centro sociale. Sarebbero state proprio le fotosegnalazioni effettuate dalla Digos nell’agosto 2022 a fornire elementi utili per individuare gli imputati.

La difesa, ha contestato la ricostruzione accusatoria, sostenendo che la responsabilità non possa essere attribuita a singoli individui per un’azione che è espressione collettiva. Il pubblico ministero incaricato del caso è la dottoressa Laura Formenti, che ha motivato la richiesta di risarcimento con i danni economici e patrimoniali causati dall’occupazione, definita “un’azione arbitraria e penalmente rilevante”.

La vicenda si inserisce in un contesto cittadino già acceso: negli ultimi 18 mesi il centro sociale Foa Boccaccio ha subito ben sei sgomberi da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Pilotto. In particolare, è stato criticato l’assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia, ex magistrato, accusato dal collettivo di promuovere una strategia repressiva verso le iniziative dal basso.

Al momento, le attività del centro sociale proseguono presso il Circolo Libertà di via Libertà, mentre i militanti attendono gli sviluppi del processo, decisi a non arretrare su quello che definiscono “uno spazio di lotta e immaginazione collettiva”.

Il procedimento continuerà nei prossimi mesi e sarà determinante per chiarire la natura giuridica e politica di un’occupazione che per molti rappresenta un presidio culturale e sociale, ma per la proprietà e la procura un danno concreto e perseguibile penalmente.