Chef Rubio a processo per diffamazione e istigazione alla violenza

Roma – Il giudice per l’udienza preliminare (GUP) di Roma, Maria Letizia Fontana, ha rinviato a giudizio Gabriele Rubini, noto come Chef Rubio, con l’accusa di diffamazione aggravata e istigazione alla violenza. Il procedimento giudiziario vede la Comunità Ebraica di Roma e l’Ucei costituirsi parte civile contro l’imputato.

I fatti contestati risalgono a febbraio e marzo 2020, quando l’ex chef televisivo avrebbe rilasciato dichiarazioni ritenute offensive e pericolose nei confronti della popolazione ebraica e dello Stato di Israele. In particolare, durante un’intervista radiofonica, Rubini avrebbe dichiarato che “i ricchi ebrei si sono venduti pure le sorelle e le famiglie”. Inoltre, in un convegno presso un centro sociale di Roma, avrebbe incitato alla violenza, affermando di essere pronto a prendere le armi contro Israele.

Il pubblico ministero Paolo Romano ha sostenuto l’accusa, evidenziando come le dichiarazioni dell’imputato abbiano superato il confine della libera espressione, sfociando in una pericolosa istigazione all’odio razziale. L’avvocato difensore di Rubini, Marco Bianchi, ha invece affermato che le parole del suo assistito sono state estrapolate dal contesto e che non vi era alcuna intenzione di incitare alla violenza.

Il processo è stato fissato per il 1 giugno 2026 e si prevede un acceso dibattito sul confine tra libertà di espressione e discorso d’odio.