Chiuse le indagini sull’imprenditrice che investì ed uccise il ladro: l’accusa è di omicidio volontario pluriaggravato

VIAREGGIO – Il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lucca, la Dott.ssa Sara Polino, ha proceduto a notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice di sessantacinque anni, titolare del “Bagno Milano” di Viareggio, che la sera dell’8 settembre 2024 raggiunse ed investì di proposito, uccidendolo, un uomo di quarantasette anni di nazionalità marocchina, Nourdine Mezgui, che poco prima le aveva rubato la borsa sotto la minaccia di un coltello.

Secondo quanto ricostruito dagli organi inquirenti, dopo aver subito il furto, l’imprenditrice avrebbe visto l’uomo di spalle, mentre camminava lungo via Coppino, nel quartiere cittadino della Darsena, lo avrebbe inseguito a bordo del suo SUV bianco e lo avrebbe investito una prima volta, schiacciandolo contro la vetrina di un negozio che, nell’impatto, sarebbe andata in frantumi.

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza private dislocate lungo la strada, insieme alla scatola nera installata sull’automobile, che sono state oggetto di una consulenza tecnica specialistica disposta dalla Procura della Repubblica di Lucca, hanno consentito di accertare la dinamica dell’omicidio.

L’imprenditrice sarebbe passata più volte sul corpo dell’uomo, già a terra, con il veicolo; alla quinta volta, sarebbe scesa dalla macchina, avrebbe recuperato la sua borsa e sarebbe sparita nella notte, lasciando l’uomo esanime.

L’autopsia disposta sulla salma evidenzierà la fatalità dell’emorragia interna provocata dalla lacerazione dell’aorta addominale a causa dell’urto e del peso del veicolo, oltre alla causazione di molteplici fratture.

Sull’accaduto si è immediatamente accesa la luce della ribalta mediatica, le immagini delle telecamere che hanno ripreso l’omicidio sono velocemente divenute pubbliche, la vicenda ha quindi assunto carattere internazionale.

È così che la famiglia originaria della vittima, residente in Marocco, è venuta a conoscenza della sua morte e ha poi deciso di affidarsi ad un legale italiano per costituirsi parte civile all’interno del procedimento penale.

Il capo di incolpazione provvisoria formulato a carico di Cinzia Dal Pino è molto pesante, dato che il massimo edittale della pena astrattamente applicabile è l’ergastolo.

Il reato contestato è omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi, in riferimento al furto della borsa, dalla crudeltà documentata dai filmati, dal ricorso ad un mezzo insidioso qual è stata l’automobile e dalla minorata difesa della vittima, che non avrebbe avuto alcuna possibilità di accorgersi per tempo della sorte cui stava andando incontro né di mettere in atto alcuna azione per riuscire a difendersi.

Da circa sette mesi l’indagata è sottoposta alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari, con l’applicazione del c.d. “braccialetto elettronico”.

A partire dalla data di notifica dell’avviso ex. art. 415bis c.p.p., il difensore della Dal Pino, l’Avv. Enrico Marzaduri, avrà venti giorni di tempo per chiedere al Pubblico Ministero di sottoporre la propria assistita ad interrogatorio o per comunicargli la sua volontà di rilasciare spontanee dichiarazioni e per la presentazione di memorie difensive.

Qualora venisse rinviata a giudizio e nell’ipotesi in cui il capo d’accusa venisse confermato dal Giudice per l’Udienza Preliminare, l’indagata non potrà formulare richiesta di procedere con il rito abbreviato e la competenza per la trattazione del procedimento penale sarebbe attribuita alla Corte d’Assise.

Giorgia Cappella

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