VERONA – Il carcere di Montorio torna sotto i riflettori dopo due suicidi avvenuti nell’arco di 48 ore, un drammatico segnale della grave emergenza nelle strutture detentive italiane. Il primo episodio ha riguardato Alex, un detenuto di 69 anni, accusato di traffico internazionale di stupefacenti, che si è impiccato in cella. Il secondo caso ha coinvolto un uomo di 58 anni, arrestato solo poche ore prima per minacce e stalking nei confronti della ex compagna e della figlia.
La vicenda ha spinto il procuratore della Repubblica Raffaele Tito a intervenire con una nota ufficiale, sottolineando che “non sembrano esserci dubbi sulla dinamica dei fatti, né sono emerse negligenze da parte dell’istituto di pena”. Tuttavia, il sovraffollamento e la carenza di personale sanitario e penitenziario sono elementi che continuano ad alimentare il dibattito.
L’avvocato difensore del 58enne, Marco Bellini, ha dichiarato che il suo assistito aveva manifestato segni di disagio psicologico già al momento dell’arresto. La consigliera regionale del Pd, Anna Maria Bigon, ha denunciato l’assenza di risorse adeguate per garantire il benessere dei detenuti: “Con 600 detenuti, il carcere di Montorio dispone di un solo psicologo per 25 ore settimanali e quattro medici di guardia”.
Il sindacato della polizia penitenziaria UILPA, per voce del segretario generale Gennarino De Fazio, ha evidenziato il problema strutturale del sistema carcerario: “Con 595 reclusi su 318 posti disponibili e carenza di agenti, il sistema è al collasso. Servono misure immediate per ridurre la densità detentiva e garantire assistenza sanitaria e psichiatrica adeguata”.