Incidente mortale sulla A20, assolto Angelo Mendolia: “Il fatto non sussiste”

foto di Alphacentauri2007

Barcellona Pozzo di Gotto – Nessuna responsabilità. Nessuna colpa. Si chiude con un verdetto di assoluzione piena il processo che vedeva imputato Angelo Mendolia, 45 anni, accusato di omicidio stradale per la morte del diciottenne Ayat Nabil, avvenuta il 2 gennaio 2019 lungo l’autostrada A20, all’altezza del cavalcavia Fausto Coppi, in zona Tonnarella.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice Silvia Maria Spina del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto. Dopo anni di attesa e un processo articolato, il verdetto è chiaro: “Il fatto non sussiste”. Una formula che riconosce l’assenza totale di responsabilità penale per l’imputato, difeso dall’avvocato Nello Cassata.

Secondo la ricostruzione iniziale della Procura, Mendolia – alla guida di una Land Rover – avrebbe investito il giovane Ayat Nabil, che stava camminando lungo la carreggiata insieme a un amico. L’accusa ipotizzava una condotta di guida imprudente, in violazione delle norme del Codice della strada, in particolare per quanto riguarda la velocità e la necessaria attenzione ai pedoni in carreggiata.

Ma nel corso del dibattimento, gli elementi raccolti hanno raccontato una realtà diversa. I periti, le testimonianze e l’analisi tecnica della dinamica hanno escluso condotte dolose o colpose da parte di Mendolia. La presenza inaspettata dei due giovani a piedi in un tratto autostradale normalmente vietato al transito pedonale ha avuto un ruolo centrale nella decisione.

Per Mendolia, che in questi anni ha vissuto sotto il peso di un’accusa gravissima, la sentenza rappresenta una liberazione, anche se nulla potrà cancellare il dolore legato a una tragedia umana. Per la famiglia di Ayat, invece, resta l’amarezza per una perdita inspiegabile, che la giustizia – pur intervenuta – non può colmare.

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