La natura del diritto: fondamento della civiltà

Nel panorama della cronaca giudiziaria, il dibattito sulla natura del diritto è spesso offuscato dalla frenesia del quotidiano: sentenze, inchieste, processi mediatici si susseguono con un ritmo incessante, lasciando poco spazio alla riflessione sulla radice profonda del fenomeno giuridico. Eppure, come ci ricorda la filosofia del diritto, il fondamento del vivere giuridico non è solo un costrutto sociale, ma un elemento essenziale dell’essere umano.

Il diritto, infatti, non nasce come un semplice strumento di regolazione della vita comunitaria, bensì come una risposta alla condizione ontologica dell’uomo. Come evidenziato dal pensiero di Sergio Cotta, l’agire giuridico si presenta come una reazione alla nostra stessa fragilità: un tentativo di colmare la difettività della nostra esistenza con la creazione di regole che garantiscano relazioni pacifiche e strutture permanenti nel tempo.

La storia dell’umanità ci insegna che il diritto è una costante nelle civiltà, assumendo forme diverse ma mantenendo sempre la sua funzione primaria: dare ordine e stabilità a un mondo per sua natura mutevole. La famiglia, il rito, la sepoltura, l’arte e la scienza sono manifestazioni della tendenza dell’uomo a creare istituzioni durevoli. In questo contesto, il diritto si distingue per il suo ruolo di garante della relazionalità, ponendosi come argine alla violenza e all’ingiustizia.

Tuttavia, la natura stessa del diritto impone una continua riflessione sulla sua funzione. Nel nostro tempo, caratterizzato da rapide trasformazioni sociali e tecnologiche, il pericolo è quello di vedere il diritto ridotto a un mero strumento di potere o a un insieme di norme prive di valore universale. Ma come ci ammonisce la tradizione filosofica, il diritto non è solo norma: è espressione della natura umana e della sua tensione verso la giustizia e la durata.

Oggi più che mai è necessario recuperare questa consapevolezza. Ogni processo, ogni sentenza, ogni codice di legge dovrebbe essere letto non solo nella sua dimensione tecnica, ma anche come parte di una più ampia storia dell’umanità, in cui il diritto non è una semplice regola, ma un ponte tra l’essere umano e il suo desiderio di stabilità e giustizia.

Solo così possiamo evitare di ridurre la cronaca giudiziaria a un susseguirsi di eventi isolati, riconoscendo invece che ogni vicenda legale è un tassello di un più ampio percorso umano, dove il diritto continua a svolgere la sua funzione essenziale: garantire la dignità dell’uomo e la sua permanenza nella storia.

Avv. Carlo Testa