Autrice Silvia Dariz
Editore Diritto Più
Quest’opera analizza l’utilizzo della prova del DNA nell’ambito processual-penalistico, non solo coniugando norme e scienza attraverso interrelazioni fondamentali, ma anche ampliando gli orizzonti del lettore procedendo ad una serrata disamina di importanti casi giudiziari italiani.
È di particolare importanza l’esistenza di rigorose garanzie, allorquando venga utilizzato il DNA sia nella fase di indagini che in quella processuale.

È manifesto che solo dati scientifici che soddisfino tutti i requisiti indicati dalla comunità scientifica di biologia e genetica forense, possano di fatto essere utilizzati come prova forte.
È con questo approccio che si è realmente in grado di far entrare nel processo elementi di carattere scientifico, eliminando i pericolosissimi indizi che sia pur gravi, precisi e concordanti possono, come spesso accade, generare errori giudiziari. Il DNA, deve definirsi scientifico se e solo se la procedura che ha portato all’emissione del dato, nonché la valutazione del risultato analitico stesso, è conforme a norme e protocolli internazionali e sia capace di individuare non solo il chi, ma anche il come, il dove, il quando ed il perché, al fine di fortificare le garanzie dei diritti dei cittadini, i quali, come imputati o parti lese, si ritrovino coinvolti in un procedimento penale in cui uno degli elementi di prova è costituito dal DNA.