Ladro ucciso per aver rubato alcuni “Gratta e Vinci”: a processo i gestori del locale 

MILANO – 17 Ottobre 2024, cinque del mattino. 

Due ladri tentano di forzare la serranda di un bar in viale Giovanni da Cermenate. 

Uno di loro, il trentasettenne Eros Di Ronza, riesce ad entrare all’interno del locale e a sottrarre alcuni “Gratta e Vinci”. 

Qualche secondo dopo accorre il gestore del bar, il trentenne Shu Zou, svegliato dal rumore dell’antifurto, attivatosi a seguito del sollevamento della saracinesca da parte dei ladri con l’ausilio di un cric per auto. 

Mentre il complice del Di Ronza tenta di dileguarsi (verrà in seguito indagato per furto), Shu Zou si scaglia immediatamente contro il ladro rimasto all’interno del locale, che pure stava cercando di guadagnarsi la fuga, e inizia a colpirlo con due o tre fendenti al torace. 

Di Ronza cerca di uscire strisciando all’indietro e passando sotto la saracinesca parzialmente forzata; riesce ad alzarsi in piedi e ad iniziare a correre, così perdendo per strada la piccola refurtiva. 

A questo punto, tanto Shu Zou quanto lo zio Liu Chonbing, cinquant’anni, che nel frattempo aveva raggiunto il locale, rincorrono il ladro, lo bloccano a terra e si accaniscono contro di lui con l’utilizzo di una forbice. 

L’autopsia rivelerà il quantitativo di ferite mortali inferte: quarantaquattro, violenti, colpi, inferti – mentre Eros Di Ronza si trovava steso a terra – nei punti vitali, quindi al cuore, ai polmoni, al fegato nonché alla vena giugulare esterna di sinistra, che ne cagioneranno presto la morte. 

Gli stessi aggressori contattano il 112, Shu Zou interloquisce con l’operatore, dichiarando: “Fate venire l’ambulanza. Sta malissimo, esce sangue, l’abbiamo picchiato, è entrato dentro voleva rubare soldi (…). Gli ho dato un pugno e non riesce più a camminare, è fuori, non cammina più. Sta quasi morendo, il ladro sta quasi morendo. Non riesco a capire se è vivo o no”. 

Sulla base di questa ricostruzione degli organi inquirenti, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Dott.ssa Maura Ripamonti, ha chiesto al G.I.P. – e poi ottenuto – la celebrazione del processo a carico dei due uomini con il rito immediato; ha inoltre inteso sottolineare “la sproporzione della reazione e, anzi, l’efferatezza dell’aggressione” perpetrata dai gestori del locale, incapaci di esercitare autocontrollo, e con una “certa tendenza a ricorrere alla violenza come forma di giustizia personale”. 

Agli arresti domiciliari da sette mesi, difesi in giudizio dagli Avv.ti Simone Ciro Giordano ed Eugenio Rogliani, Shu Zou e Liu Chonbing dovranno rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato dall’aver agito con sevizie e con crudeltà. 

Proprio in ragione della contestazione di quest’aggravante, particolarmente severa, non potranno avanzare richiesta di procedere con il rito abbreviato. 

La moglie e i tre figli di Eros Di Ronza, rappresentati dall’Avv. Mirko Perlino, si sono costituiti parte civile nel procedimento penale. 

Il processo avrà inizio il prossimo 9 giugno innanzi alla Corte di Assise di Milano.

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