La guerra in Ucraina ha ormai superato i 1.100 giorni, un conflitto che ha trasformato il paese in un campo di battaglia devastato. L’Istituto per la Formazione degli Ufficiali dell’Accademia Militare Austriaca ha recentemente pubblicato un’analisi approfondita sulla situazione attuale e sulle prospettive future, evidenziando il quadro strategico, operativo e tattico di questa guerra d’attrito.
Il Settimo e Ottavo Stadio del Conflitto
Negli ultimi 12 mesi, i combattimenti si sono concentrati in tre aree principali: il fronte a nord-est dell’Ucraina, la regione di Kharkiv e la lunga linea di contatto che si estende da Kupiansk fino a Zaporizhzhia. Mentre la Russia ha conquistato circa 4.500 km quadrati di territorio, l’Ucraina è riuscita a recuperare solo 500 km quadrati, principalmente nella zona di Kherson.
Il conflitto è paragonabile a un incontro di boxe tra due pugili: la Russia, rappresentata da un lottatore esperto e pesante, e l’Ucraina, più agile ma meno resistente. Sebbene Kiev abbia avuto successo nei primi giorni della guerra, Mosca sta ora seguendo una strategia di logoramento, attaccando incessantemente per fiaccare la resistenza avversaria.
Con l’insediamento di Donald Trump negli Stati Uniti, si discute della possibilità di colloqui di pace, ma la situazione rimane tesa e incerta.
Livello Strategico: La Guerra delle Infrastrutture
Mosca ha concentrato i suoi sforzi nel distruggere l’infrastruttura critica ucraina, con una terza campagna aerea in corso. Circa l’80% delle strutture vitali sono state danneggiate o distrutte, grazie all’uso di attacchi combinati, tra cui:
- Saturazione della difesa aerea ucraina con l’impiego giornaliero di 140 droni.
- Attacchi mirati con missili da crociera ogni due o tre settimane, colpendo fabbriche, reti energetiche e centri logistici.
L’Ucraina ha risposto con una propria campagna aerea strategica, colpendo infrastrutture petrolifere russe. Nell’ultimo anno, 20 delle 30 principali raffinerie russe sono state attaccate con droni a lungo raggio.
Livello Operativo: La Sfida del Fronte Esteso
La Russia ha ora fino a 700.000 truppe lungo il fronte, con continui rinforzi dalla retroguardia, mentre l’Ucraina conta circa 400.000 soldati attivi e altrettanti in riserva. Il problema principale per Kiev è la difficoltà nel colmare i vuoti lungo la linea del fronte, che si estende su oltre 1.300 km.
Un elemento critico sono le “bombe plananti” russe, che hanno un impatto devastante sulle difese ucraine. Solo lo scorso anno, la Russia ha utilizzato 44.000 di queste bombe su un totale di 51.000 impiegate durante il conflitto, con un obiettivo di produzione di 70.000 per quest’anno.
Le brigate ucraine sono inoltre sotto organico e meno addestrate, il che porta a problemi di morale. Alcuni reparti, come la 155ª brigata, hanno visto numerosi disertori.
Livello Tattico: Il Ruolo dei Droni FPV
I droni a prima persona (FPV) stanno cambiando la natura del combattimento. La Russia li utilizza per attacchi di saturazione contro le linee ucraine, mentre Kiev impiega questi strumenti per fermare gli assalti corazzati russi.
Entrambi gli schieramenti adottano soluzioni innovative per contrastare questi droni. Ad esempio, i russi hanno iniziato a installare reti sopra le strade per proteggere i convogli, mentre gli ucraini migliorano costantemente le loro tecnologie di disturbo elettronico.
Le munizioni continuano a rappresentare un problema per Kiev: la Russia ha ricevuto 3 milioni di proiettili d’artiglieria dalla Corea del Nord negli ultimi due anni, mentre l’Occidente ha fornito solo 1,6 milioni nel 2023 e 1,3 milioni nel 2022.
Possibili Scenari Futuri
La situazione sul campo suggerisce un continuo logoramento, con il tempo e le risorse a determinare il vincitore. Nel frattempo, il dibattito geopolitico si intensifica.
Alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti ha affermato che il ritorno dell’Ucraina ai confini del 2014 è irrealistico, suggerendo che siano gli europei a farsi carico della situazione. Trump ha inoltre dichiarato di voler un ritorno economico per il sostegno dato a Kiev, avanzando richieste su risorse minerarie ucraine.
Uno dei punti più controversi riguarda la possibile creazione di una “zona demilitarizzata”. L’Occidente immagina una linea lungo il fronte attuale, ma la Russia punta a controllare tutto il territorio a est del fiume Dnipro, oltre alla regione meridionale che comprende Odessa, per rendere l’Ucraina uno stato senza sbocco sul mare.
L’Europa, tuttavia, sembra ancora indecisa sulla sua risposta. La guerra ibrida russa, che include sabotaggi e operazioni di guerra cognitiva, continua a destabilizzare il continente. Con il possibile disimpegno americano, la questione centrale è se gli europei siano pronti a colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti.
Conclusione
La guerra in Ucraina è entrata in una fase critica, con Mosca che ha già ottenuto un’importante vittoria geopolitica: il riconoscimento della Russia come potenza globale, anziché semplice “potenza regionale”, come l’aveva definita Barack Obama nel 2014.
Con un’Europa ancora titubante e una possibile riduzione del sostegno statunitense, il futuro del conflitto dipenderà dalla capacità dell’Ucraina di resistere alla pressione russa e dalla volontà occidentale di mantenere il supporto a lungo termine.
Redazione Ius et Polis