Nessun rapimento: assolto il padre che voleva solo vedere la figlia. Sei mesi con pena sospesa per le lesioni alla suocera

© Foto di Paweł L

Ancona – Non c’è stato nessun rapimento, solo un padre che, dopo mesi di lontananza forzata, voleva trascorrere un momento con la propria bambina. Lo ha stabilito il tribunale di Ancona che ha assolto un 47enne anconetano dall’accusa di sottrazione di minore. A carico dell’uomo resta una condanna a sei mesi per lesioni alla suocera, pena sospesa. Il verdetto è stato emesso dalla giudice Paola Moscaroli, che ha già depositato le motivazioni della sentenza.

La vicenda risale al 16 marzo 2022. Le urla della suocera, udite in corso Garibaldi, nel pieno centro cittadino, spinsero alcuni passanti a chiamare la polizia. Secondo il racconto iniziale della donna, il genero avrebbe tentato di portare via la nipotina di appena cinque mesi. Ne nacque un parapiglia, durante il quale lei denunciò di aver ricevuto un pugno e di essere stata spinta nel tentativo dell’uomo di prendere il passeggino. La prognosi: dieci giorni per un trauma cranico-facciale.

Il processo ha fatto però emergere un quadro molto diverso per quanto riguarda l’accusa più grave. La giudice ha riconosciuto che il padre, separato dalla compagna, ha tenuto la bambina “per un tempo trascurabile e alla costante presenza della madre”. Nessun gesto premeditato, nessun intento di portarla via. “Non emergono elementi decisivi per ritenere che volesse assumere la custodia esclusiva”, si legge nelle motivazioni.

Riguardo alle lesioni, invece, il giudice ha ritenuto “pienamente provata” la responsabilità dell’imputato, anche grazie al referto medico che ha evidenziato segni compatibili con un colpo al volto. Per questo è arrivata una condanna a sei mesi, sospesa.

La difesa, affidata agli avvocati Daniele Provinciali e Riccardo Leonardi, ha già annunciato ricorso in Appello sulla condanna per lesioni, sostenendo che non ci sarebbe stata alcuna aggressione volontaria: la donna sarebbe caduta nella concitazione del momento.

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