Undici anni dopo la tragica morte della piccola Giovanna Fatello, la Cassazione ha chiuso definitivamente il processo, confermando le precedenti condanne per omicidio colposo nei confronti degli anestesisti Pierfrancesco Dauri e Federico Santilli, ma dichiarando il reato prescritto.
La bambina era deceduta per asfissia nel 2014 a causa di una negligenza medica: il macchinario per la respirazione automatica non era stato attivato, lasciandola senza ossigeno per diversi minuti. Il tribunale di Roma nel 2020 aveva inflitto una condanna a due anni ai medici, sentenza poi confermata dalla Corte d’Appello nel 2024. Tuttavia, la lentezza della giustizia ha permesso la prescrizione.
“Dopo tanti anni, finalmente abbiamo ottenuto la verità, ma giustizia non è stata fatta”, hanno dichiarato i genitori di Giovanna. Il giudice della Cassazione, Ernesto Ricci, ha confermato la responsabilità degli imputati ma ha dovuto sancire la chiusura del caso. Il pubblico ministero, Laura De Santis, aveva sostenuto fino all’ultimo l’accusa, mentre gli avvocati difensori, Paolo Gherardi e Luca Martelli, hanno accolto con favore la decisione della Suprema Corte.
Il caso ha acceso il dibattito sull’impunità di chi causa morti per negligenza medica e sull’urgenza di una riforma che riduca i tempi della giustizia
Redazione Ius et Polis