Omicidio Matarazzo, assolto Lucio Iorillo: “Non è il mandante del delitto”

© EvelinaRibarova

BENEVENTO – Si chiude con un verdetto assolutorio uno dei casi più controversi e discussi degli ultimi anni nel Sannio. Lucio Iorillo, 65 anni, ex operaio di Frasso Telesino, è stato assolto dal gup Loredana Camerlengo con la formula “per non aver commesso il fatto”. Era accusato di essere il mandante dell’omicidio di Giuseppe Matarazzo, il pastore 45enne ucciso a colpi di pistola la sera del 19 luglio 2018 dinanzi alla sua abitazione in contrada Selva. Il pubblico ministero Olimpia Anzalone aveva chiesto per lui l’ergastolo.

Secondo la Procura, Iorillo avrebbe agito per vendetta: Matarazzo era stato condannato a 11 anni e 6 mesi per abusi sessuali sulla figlia quindicenne di Iorillo, la stessa che nel 2008 si era tolta la vita impiccandosi a un albero. L’accusa sosteneva che l’uomo, logorato dal dolore, avesse ideato e commissionato il delitto, offrendo una somma pari a 20mila euro per la sua esecuzione.

La tesi dell’accusa, supportata anche da un’istanza a firma del sostituto procuratore Stefania Bianco, descriveva un piano studiato nei minimi dettagli: sopralluoghi, pagamento degli esecutori, raccolta di informazioni sulle abitudini della vittima, creazione di un alibi per il giorno del delitto. Tuttavia, per il giudice Camerlengo non sono emersi elementi sufficienti a dimostrare il coinvolgimento diretto di Iorillo.

I difensori dell’imputato, gli avvocati Raimondo Salvione e Renato Jappelli, hanno accolto con soddisfazione la decisione del giudice, sottolineando l’inconsistenza delle prove e l’assenza di riscontri concreti.

La vicenda si intreccia con un’altra pagina giudiziaria ancora aperta: quella di Giuseppe Massaro e Generoso Nasta, accusati rispettivamente di aver fornito l’arma del delitto, una 357 Magnum, e di aver guidato l’auto usata per il raid. Dopo la condanna all’ergastolo in primo grado, sono stati assolti in appello. La Cassazione ha poi disposto un nuovo processo, fissato per il 1° luglio 2025.

I familiari di Matarazzo, assistiti dall’avvocato Antonio Leone, hanno espresso delusione per l’esito del processo a Iorillo. Il caso, pur segnato da una pronuncia di assoluzione, resta una ferita aperta per la comunità di Frasso Telesino e un monito sulla complessità della giustizia quando si intrecciano dolore personale e processo penale.