Un doppio fronte giudiziario si apre per Sandro Paloni, consigliere comunale di Pomezia e capogruppo di Fratelli d’Italia. Dopo la condanna per autocertificazione falsa, dovrà affrontare il processo per presunta truffa aggravata ai danni dello Stato. Al centro dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Velletri, un presunto raggiro finalizzato allo sblocco di somme pignorate dalla sua azienda a fronte di un debito di oltre 5,5 milioni di euro verso l’Agenzia delle Entrate.
Secondo il decreto di rinvio a giudizio firmato dal Gip Ilaria Tarantino, Paloni, con l’ausilio di un consulente del lavoro, avrebbe prodotto un atto falsificato con una firma digitale contraffatta per simulare la rinuncia al pignoramento da parte dell’ente fiscale. Il documento, trasmesso all’istituto bancario dove era attivo il conto dell’azienda, mirava a ottenere la revoca del blocco. Tuttavia, il tentativo non sarebbe andato a buon fine per circostanze esterne alla volontà degli indagati.
Il procedimento, la cui prossima udienza è fissata per l’11 dicembre 2025, vede Paloni difeso dall’avvocato Mario Luciano Crea, noto penalista e attuale consigliere regionale del Lazio. In parallelo, è stato già condannato, insieme al collega Fabrizio Salvitti (Lega), per aver presentato dichiarazioni false al momento dell’elezione nel 2023, negando carichi pendenti in corso.
Mentre Fratelli d’Italia tace e l’on. Marco Silvestroni, dopo aver annunciato provvedimenti disciplinari, non ha dato seguito alle sue parole, cresce il malcontento tra i cittadini. In un momento in cui la fiducia nelle istituzioni locali è più fragile che mai, il caso Paloni apre interrogativi politici e morali che non possono più essere ignorati.