ROERO – Si chiude con un’assoluzione generale il processo Feudo 2, che vedeva dodici imputati accusati di corruzione, truffa aggravata e turbativa d’asta nei comuni del Roero, in provincia di Cuneo. Dopo mesi di dibattimenti, il tribunale di Asti ha riconosciuto l’inesistenza delle accuse mosse dal pubblico ministero Davide Lucignani, assolvendo tutti gli imputati.
Tra i principali imputati figuravano gli ex sindaci Carla Bonino (Vezza d’Alba), Renato Maiolo (Santo Stefano Roero) e Fulvio Coraglia (Montaldo Roero), difesi rispettivamente dagli avvocati Elisa Anselmo, Marco Calosso, Roberto Ponzio e Giorgio Piazzese. Anche i funzionari comunali e i professionisti coinvolti, tra cui Giovanni Careglio, Cinzia Gotta e Gianluca Comba, sono stati scagionati da ogni accusa.
La decisione della corte, presieduta dalla giudice Elisabetta Chinaglia, rappresenta un punto di svolta in un caso che aveva destato scalpore a livello locale. Secondo i giudici, le condotte contestate non configurano alcun reato e rientrano nella normale gestione amministrativa degli enti locali.
I legali degli imputati hanno accolto con favore la sentenza. L’avvocato Marta Giovannini ha dichiarato: “Questa decisione distingue chiaramente tra responsabilità amministrativa e penale. Attendiamo ora le motivazioni per comprendere meglio i criteri adottati dal tribunale”.
Il processo Feudo 2, nato da un’inchiesta della Guardia di Finanza di Cuneo, aveva ipotizzato un danno erariale di oltre un milione e mezzo di euro, accusa che è stata totalmente smontata dalla difesa. Ora resta da attendere il verdetto del primo filone dell’inchiesta, il processo Feudo 1, la cui sentenza è attesa per il 2 aprile.