Sanità piemontese: assolti dopo sette anni Antonio Marino e Flavio Boraso

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TORINO — Dopo quasi otto anni di indagini, perquisizioni e udienze, si è chiuso con un’assoluzione piena il processo che vedeva imputati l’imprenditore Antonio Marino e l’ex direttore generale dell’Asl To3, Flavio Boraso. I giudici Immacolata Iadeluca, Federica Fiorio e Milena Chiara Lombardo hanno stabilito che “il fatto non sussiste”, ponendo fine a una vicenda che aveva gravemente danneggiato non solo i diretti interessati, ma anche l’intero sistema sanitario piemontese.

L’inchiesta, avviata su esposto del Movimento 5 Stelle, si era concentrata su alcuni partenariati pubblico-privati destinati a migliorare i servizi di radiodiagnostica degli ospedali di Rivoli, Pinerolo e Venaria. Il pm Gianfranco Colace aveva ipotizzato reati di corruzione e turbativa d’asta, avvalendosi delle consulenze tecniche di Pasquale Marasco e Gabriele Pasquini. Tuttavia, già nel corso del dibattimento, è emersa la fragilità dell’impianto accusatorio, tanto che lo stesso pm ha chiesto l’assoluzione per Marino e, solo per Boraso, una lieve condanna su uno dei capi.

Determinanti sono stati gli interventi degli avvocati difensori Vincenzo Enrichens, Mario Almondo e Paolo Pacciani, che hanno evidenziato tutte le incongruenze emerse nel corso del procedimento. Anche la testimonianza di Franca Dall’Occo, attuale direttore generale dell’Asl To3, ha contribuito a rafforzare la tesi della difesa, confermando la regolarità dei contratti contestati.

Marino, amareggiato, ha denunciato i gravi danni causati dall’indagine: “Questa inchiesta ha fatto arenare progetti innovativi, impedendo ai pazienti piemontesi di accedere a migliori servizi sanitari a costi invariati”. Ora, con l’assoluzione, resta aperta la domanda su chi dovrà risarcire i danni subiti da imprenditori e cittadini.

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