Scambio elettorale politico-mafioso: 10 anni all’ex sindaco di Neviano, assolto il coimputato Tarantini

Foto di Ketut

Lecce – Una condanna pesante e un’assoluzione che ribalta il primo grado. È questo il verdetto della Corte d’Appello nel processo per scambio elettorale politico-mafioso che ha coinvolto l’ex sindaco di Neviano, Antonio Megha, e il 56enne Cosimo Tarantini. Il primo è stato condannato a 10 anni di reclusione, mentre per il secondo è stata disposta l’assoluzione con formula piena, “per non aver commesso il fatto”.

Megha, 64 anni, dovrà anche scontare l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e, una volta espiata la pena, la misura di libertà vigilata per tre anni. La stessa misura è stata revocata per Tarantini, che ha lasciato il carcere subito dopo la lettura della sentenza. Il 56enne, difeso dagli avvocati Luigi Greco e Antonio Savoia, ha visto riconosciuta la propria estraneità rispetto ai presunti accordi con la criminalità organizzata locale.

Secondo gli inquirenti della DDA di Lecce, Megha avrebbe accettato un pacco di voti – circa cinquanta – da un uomo ritenuto vicino al clan Coluccia, Nicola Giangreco, in cambio di denaro (3mila euro suddivisi in più tranches), un posto di lavoro per il figlio del capoclan in un’impresa di raccolta rifiuti, e la promessa di disponibilità a favori e interventi futuri.

Le intercettazioni hanno avuto un ruolo centrale nel processo. In una conversazione, Megha si rivolgeva a Giangreco con un tono deferente, promettendo massima collaborazione: “Puoi disporre su Neviano”, una frase che i giudici hanno ritenuto indicativa del rapporto di sottomissione e favore nei confronti della criminalità.

A nulla è valso il tentativo dell’ex primo cittadino di prendere le distanze in aula, dove aveva definito la sua conoscenza con Giangreco come “occasionale e legata all’attività forense”. Le sue giustificazioni sono state ritenute non credibili.

Nel frattempo, il Comune di Neviano, costituitosi parte civile con l’avvocato Nicoletta Maria Mauro, verrà risarcito in sede civile. L’intera vicenda, che ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose nel 2022, chiude un capitolo nero per la politica locale. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.

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