ROMA – La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro medici del Policlinico di Tor Vergata, accusati di omicidio colposo in relazione alla morte di Grazia Di Girolamo, 50 anni, deceduta tre giorni dopo un intervento chirurgico per riduzione del peso. Una tragedia che risale al 7 novembre 2018 e che, secondo l’accusa, sarebbe stata evitabile se fossero stati effettuati i necessari controlli post-operatori.
A finire nel mirino del pubblico ministero Vincenzo Barba sono il chirurgo Paolo Gentileschi, che ha eseguito materialmente l’intervento di sleeve gastrectomy, e i medici Tommaso Galli, Federico Claro e Sara Verrengia, tutti in servizio presso il reparto di chirurgia mininvasiva dell’ospedale romano. I quattro sanitari avrebbero omesso di monitorare adeguatamente le condizioni della paziente nei giorni successivi all’operazione, non rilevando un’emorragia interna che si sarebbe rivelata fatale.
La donna, affetta da gravi problemi di obesità e condizioni di salute già compromesse, aveva scelto l’intervento non per ragioni estetiche, ma per gravi difficoltà di movimento e complicazioni legate alla circolazione. Dopo l’intervento in laparoscopia, effettuato con tecnica mininvasiva, Grazia Di Girolamo sarebbe dovuta essere sottoposta a controlli ravvicinati. Ma, secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, tra l’8 e il 10 novembre non sarebbe stato effettuato alcun esame diagnostico o visita specialistica.
Solo il 10 novembre, quando la situazione era ormai degenerata, i sanitari si sono resi conto del peggioramento, ma per la donna era ormai troppo tardi. L’autopsia, eseguita presso la medicina legale di Tor Vergata, ha rilevato un’emorragia interna come causa del decesso.
I familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Massimiliano Loi, si sono costituiti parte civile. “È una morte che poteva e doveva essere evitata – ha commentato il legale – ora ci auguriamo che la verità emerga con chiarezza nel processo”.
La decisione del giudice sull’eventuale rinvio a giudizio è attesa nei prossimi mesi, ma la richiesta della Procura segna un passo decisivo verso un processo che potrebbe aprirsi entro fine anno.