Traffico illecito di reperti archeologici, assolto il vicepresidente della giunta calabrese Filippo Pietropaolo: “Il fatto non costituisce reato”

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CROTONE – È stata un’assoluzione piena quella pronunciata dal presidente del collegio penale del Tribunale di Crotone, Edoardo D’Ambrosio, nei confronti di Filippo Pietropaolo, vicepresidente della giunta regionale della Calabria di Fratelli d’Italia. Il politico, all’epoca dei fatti consigliere delegato della società Seta Srl, era stato imputato per ricettazione nell’ambito dell’inchiesta “Tempio di Hera” su un presunto traffico illecito di reperti archeologici scavati abusivamente nel territorio crotonese.

Secondo l’accusa, formulata dalla Procura della Repubblica di Crotone, Pietropaolo avrebbe ricevuto in regalo da un docente universitario – poi deceduto – una moneta dei Bretti, ritenuta di notevole valore storico, in cambio dell’assunzione del figlio di quest’ultimo. La pubblica accusa aveva chiesto una condanna a due anni di reclusione, ma il Tribunale ha stabilito che “il fatto non costituisce reato”, accogliendo in pieno le argomentazioni difensive presentate dall’avvocato Francesco Laratta, legale dell’esponente politico.

«Abbiamo dimostrato la provenienza lecita della moneta ricevuta in dono – ha dichiarato Laratta – e il Tribunale ha riconosciuto che non vi fosse alcun intento illecito nel comportamento del mio assistito. Una vicenda durata anni si chiude oggi con una decisione che restituisce onore e verità».

La sentenza è arrivata a otto anni dall’operazione “Tempio di Hera”, condotta nel gennaio 2017 dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza. L’indagine aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati di ben 52 persone. Diverse le condanne per associazione a delinquere finalizzata allo scavo e al commercio illecito di beni archeologici: cinque anni a Vincenzo Godano, tre anni ciascuno per Francesco Salvatore Filoramo, Luca Filoramo, Carmine Francesco Verterame e Vittoria Villirillo, due anni per Francesco Arena.

Molti altri imputati sono stati assolti o non più perseguibili a causa del decesso avvenuto durante la lunga istruttoria dibattimentale. La posizione di Pietropaolo, però, si è distinta sin dall’inizio per la marginalità del suo presunto coinvolgimento. Ora, con la sentenza definitiva, l’assoluzione chiude definitivamente un capitolo che aveva sollevato dubbi e sospetti sulla regolarità dei suoi comportamenti.