FIRENZE – Dopo sedici anni, il drammatico caso della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, in cui persero la vita 32 persone, continua a tenere banco nelle aule di giustizia. La Corte d’Appello di Firenze ha emesso oggi la sentenza del processo d’appello “ter”, confermando le condanne già inflitte nel precedente grado di giudizio. Tuttavia, per Mauro Moretti – ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato e di Rete Ferroviaria Italiana – è scattata la prescrizione.
Il collegio giudicante era presieduto dal giudice Luca Rampini, con relatore il consigliere Simona Bianchi. Il sostituto procuratore generale, Salvatore Giannino, ha sostenuto l’accusa, chiedendo che le pene venissero confermate con una riduzione minima per le attenuanti generiche, calcolata in un nono, in ragione della totale assenza di ravvedimento o di risarcimenti da parte degli imputati.
I difensori di Moretti, tra cui l’avvocato Francesco Arata, hanno annunciato ricorso, dichiarandosi “delusi e amareggiati”. La Corte di Cassazione, nel precedente rinvio, aveva disposto un nuovo esame limitato alla valutazione delle attenuanti, dopo aver annullato le pene inflitte in secondo grado.
All’esterno del Palazzo di Giustizia, erano presenti anche oggi i familiari delle vittime, rappresentati dall’associazione Il Mondo che Vorrei e dall’Assemblea 29 Giugno. Hanno esposto cartelli con i volti dei 32 deceduti e ribadito la volontà di non interrompere la mobilitazione.
L’incidente avvenne alle 23:48 del 29 giugno 2009, quando un treno merci carico di Gpl deragliò nei pressi della stazione di Viareggio. La rottura di una cisterna innescò una devastante esplosione, distruggendo case, negozi e auto nel raggio di centinaia di metri. Le indagini hanno attribuito responsabilità gravi nella manutenzione e gestione della rete ferroviaria.