VICENZA – È un caso doloroso, quello che la Procura berica ha ricostruito nei minimi dettagli: Matteo Bertoldo, 38 anni, tecnico residente a Piovene Rocchette, è morto dissanguato la sera del 26 gennaio 2024, dopo essere stato visitato per ben quattro volte nel giro di una settimana al pronto soccorso dell’ospedale di Santorso. A distanza di sedici mesi, due medici che lo ebbero in cura sono ora indagati per omicidio colposo.
Si tratta di Michelangelo Craca e George Lupas, in servizio all’epoca presso l’Alto Vicentino Hospital. La Procura di Vicenza, con il sostituto procuratore Lucia D’Amelio, ha chiuso l’inchiesta ed è pronta a chiedere il rinvio a giudizio. Gli indagati sono difesi dall’avvocato Marco Penazzato, mentre i familiari della vittima sono assistiti dal legale Andrea Massalin, pronti a costituirsi parte civile per chiedere giustizia e risarcimento.
La vicenda inizia il 19 gennaio 2024, quando Bertoldo si presenta per la prima volta a Santorso per un’infezione inguinale. Non viene visitato e gli si chiede di tornare il giorno successivo. Lo farà: riceverà una medicazione e una terapia antidolorifica. Il 23 gennaio ha una prima emorragia, richiama il 118 e torna in ospedale. Anche in quell’occasione, nonostante la gravità, non viene ricoverato. Dopo un’ulteriore visita il 26 gennaio, è lasciato di nuovo a casa.
Ma proprio quella sera, Bertoldo ha una nuova, violenta emorragia. L’ambulanza parte da Piovene Rocchette, ma lui muore in tragitto. L’autopsia ha confermato il decesso per dissanguamento. La figlia di Matteo ha oggi 12 anni. I familiari attendono risposte. La Procura promette chiarezza.