Richiesta l’archiviazione nei confronti di La Russa Jr. per il delitto di violenza sessuale

A distanza di quasi due anni dalla denuncia presentata da una ragazza ventiduenne per violenza sessuale e revenge porn, la Procura di Milano ha concluso la fase di indagini preliminari con una richiesta di archiviazione nei confronti degli indagati – Leonardo Apache La Russa, il figlio dell’attuale Presidente del Senato, e il suo amico deejay Tommaso Gilardoni – in quanto gli elementi acquisiti nel corso delle indagini non consentirebbero di formulare una ragionevole previsione di condanna, almeno con riferimento al primo capo di incolpazione.

La giovane, assistita dall’Avv. Stefano Benvenuto, aveva raccontato di essere uscita da casa di un’amica intorno alla mezzanotte del 18 maggio 2023 per andare nella discoteca Apophis, vicina al Duomo di Milano, dopo aver assunto cocaina e bevuto qualche bicchiere di vino.

Qui aveva incontrato La Russa Jr., il quale, tra l’altro, era stato un suo compagno di scuola e insieme a lui aveva continuato a bere alcuni drink e ad assumere sostanze stupefacenti, per poi seguirlo nella sua abitazione.

I suoi ricordi, però, si fermavano a quest’istante.

La mattina dopo si svegliava nel letto di Leonardo, senza vestiti e in pieno stato confusionale, non ricordando null’altro del prosieguo della serata.

Riusciva a ricostruire quanto accaduto sulla base delle parole dell’amica con cui si era recata in discoteca e, soprattutto, di La Russa Jr., che le raccontava dei rapporti sessuali consensuali avuti nel corso della notte, pur sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, tanto con lui quanto con il suo amico, Tommaso Gilardoni.

A quel punto, contattava la sua amica e le manifestava la convinzione di esser stata drogata in discoteca, quindi, di esser stata abusata: si recava alla Clinica privata Mangiagalli di Milano, fornita di un apposito servizio antiviolenza, e i sanitari le riscontravano delle lesioni compatibili con quelle derivanti da una violenza sessuale, oltre alla positività alla cocaina.

Dopo quaranta giorni, formalizzava la denuncia-querela e si avviavano immediatamente le indagini della Polizia Giudiziaria, su delega del Procuratore Aggiunto Dott.ssa Maria Letizia Mennella e del Sostituto Dott.ssa Rosaria Stagnaro.

Il difensore della ragazza faceva esaminare un campione dei suoi capelli, con l’obiettivo di dimostrare che al momento del fatto la ragazza si trovava sotto effetto di droghe e perciò, non era in grado di esprimere un valido consenso ai rapporti sessuali.

Sulle tracce di Ghb (la c.d. droga dello stupro) che venivano effettivamente rinvenute l’esperto tossicologo nominato dalla Procura, Dott. Domenico Di Candia, così si esprimeva: “le concentrazioni di Ghb evidenziate sono sovrapponibili a quelle comunemente attese in soggetti non consumatori della molecola”; concludeva, affermando di non poter stabilire con certezza se alla ragazza fosse stata davvero somministrata della droga.

La Procura di Milano si è determinata a chiedere l’archiviazione del procedimento per violenza sessuale contro i due indagati, sulla quale dovrà pronunciarsi in via definitiva il G.I.P. presso il Tribunale penale di Milano, vista l’incongruenza delle risultanze investigative rispetto alle dichiarazioni della ragazza.

Chiederà il rinvio a giudizio per il delitto di revenge porn, in quanto i due sono anche accusati di aver diffuso via chat le riprese effettuate durante i rapporti sessuali contestati.

E in questo caso, gli elementi per sostenere l’accusa in giudizio sarebbero più di uno.

G.C.