Locri, il processo “Euroscuola” si chiude con assoluzioni: Pietro Circosta completamente scagionato

Si è concluso con una piena assoluzione per tutti gli imputati il processo “Euroscuola” davanti al Tribunale di Locri. Il collegio, presieduto dal giudice Monica Conti, ha accolto le richieste delle difese e ha pronunciato la formula più ampia: “il fatto non sussiste”. Tra gli assolti figura anche Pietro Circosta, imprenditore del territorio, finito al centro di un’indagine che aveva ipotizzato reati gravissimi, tra cui truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e perfino presunti legami con ambienti della criminalità organizzata.

A sostenere l’accusa era stata la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, con il pubblico ministero Roberto Lanza, che aveva coordinato le indagini iniziate oltre cinque anni fa. Circosta, inizialmente destinatario di una misura cautelare in carcere, è stato difeso dagli avvocati Vincenzo Comi e Simona Barletta, che all’uscita dall’aula hanno dichiarato: «È stata fatta giustizia. Finalmente si chiude una vicenda che ha distrutto vite e progetti sociali importanti per la Locride».

Il processo ruotava attorno alla gestione di fondi europei destinati alla costruzione e riqualificazione di edifici scolastici. L’accusa sosteneva che vi fosse un disegno truffaldino per appropriarsi di fondi pubblici senza realizzare quanto previsto. Ma durante il dibattimento è emersa una realtà ben diversa: i progetti erano concreti, i fondi utilizzati nel rispetto delle norme e non vi era alcuna prova di illeciti.

Il dispositivo letto dal Tribunale ha segnato un punto fermo anche sul piano simbolico, ridando dignità a persone ingiustamente coinvolte. Per Pietro Circosta finisce così un incubo giudiziario, mentre si aprono riflessioni inevitabili sull’operato dell’accusa e sull’impatto sociale di procedimenti privi di fondamento.

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