MESSINA — Si è chiuso con un’assoluzione piena per Fabrizio Centofanti il processo d’appello “Sistema Siracusa”. La Corte d’Appello di Messina ha infatti riconosciuto che l’imprenditore romano “non ha commesso il fatto”, ribaltando la precedente condanna a sei anni inflitta in primo grado per corruzione in atti giudiziari.
L’indagine, coordinata all’epoca dal procuratore Maurizio De Lucia, aveva svelato una rete corruttiva che coinvolgeva magistrati, avvocati e imprenditori, con epicentro nella figura dell’avvocato siracusano Piero Amara. Centofanti era accusato di aver finanziato un viaggio a Dubai dell’ex pm Giancarlo Longo: ma il sostituto procuratore generale Felice Lima, in appello, ha sostenuto la tesi che si fosse trattato solo di un’anticipazione di denaro poi restituita, chiedendone così l’assoluzione, accolta dalla Corte.
Assistito dagli avvocati Nino Favazzo e Maurizio Frasacco, Centofanti è dunque uscito completamente scagionato da un procedimento che ha invece visto la conferma di condanne eccellenti. Tra queste, spicca quella dell’ex senatore Denis Verdini: condannato a 2 anni per finanziamento illecito ai partiti. Secondo quanto emerso, l’avvocato Amara avrebbe versato 200mila euro a Verdini per favorire la nomina di Giuseppe Mineo al Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana.
Confermata anche la condanna a un anno e sei mesi per il giornalista Giuseppe Guastella, mentre per Giuseppe Mineo la pena è stata ridotta a quattro anni grazie alla concessione delle attenuanti generiche. Alessandro Ferraro ha optato per il patteggiamento a quattro anni e sei mesi, difeso dagli avvocati Alessandro Billè e Alessandro Belcastro.
Molte delle accuse di falso sono cadute in prescrizione, così come è stata disposta la cessazione del procedimento per Vincenzo Naso per effetto di un precedente giudicato.
La Corte ha inoltre disposto risarcimenti alle parti civili, tra cui il Ministero della Giustizia, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comune di Siracusa e l’Ordine degli Avvocati.