
La Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori (European Researchers’ Night, ERN) è un progetto Horizon Europe, realizzato con le azioni Marie Skłodowska-Curie, che si svolge ogni anno dal 2005 in oltre 400 città dell’Unione europea, coinvolgendo oltre 2 milioni di visitatori, centinaia di ricercatori, numerosi
Centri di ricerca, enti, università, associazioni, ed altre realtà impegnate nella divulgazione scientifica. L’Università “La Sapienza” partecipa alle iniziative ERN all’interno del Consorzio “Scienza Insieme NET” [www.scienzainsieme.it] che comprende vari enti fra cui Cnr, Inaf, Infn, Cineca, Enea, Ingv, Università Tor Vergata, etc.






L’iniziativa si svolge sotto il segno di Marie Curie, una delle donne più influenti di tutti i tempi, vera e propria pioniera non solo della fisica e della chimica, ma anche dell’emancipazione femminile. E’ stata la prima donna a vincere un Premio Nobel – e l’unica ad averne ottenuti due, nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica – ed è riconosciuta come la madre della fisica moderna. Le sue ricerche innovative hanno aperto le porte della modernità, e la scoperta del polonio e del radio ha cambiato per sempre il corso della scienza.
La sua vita non è stata solo un percorso di successi scientifici, ma anche una lotta contro le barriere sociali e culturali del suo tempo.
Nata nel 1867 a Varsavia, allora sotto il dominio russo, Marie dovette affrontare l’ostracismo nei confronti delle donne che desideravano istruirsi. Le fu impedito di frequentare l’università e fu costretta a lavorare come governante per finanziare i suoi studi. A 24 anni, lasciò la Polonia per la Francia, dove completò i suoi studi in fisica, chimica e matematica all’Università di Parigi, conseguendo il dottorato cum laude.
In occasione della Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori, la straordinaria figura di Marie Curie è stata celebrata con uno spettacolo teatrale dal titolo “Vita di Marie Curie”, andato in scena il 23 e 24 settembre 2024 presso il Nuovo Teatro di Ateneo presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Si tratta di un monologo di 40 minuti scritto da Vittoria Piancastelli, ed interpretato da Valeria De Venezia, con la regia di Bruno Cariello. Un suggestivo atto teatrale che si immerge nella vita di questa scienziata, esplorandone l’aspetto più intimo e umano.
Il monologo si propone come una sorta di confessione privata di Maria Skłodowska, in cui la scienziata stessa ricorda gli anni degli studi a Parigi, l’incontro con Pierre Curie, la loro storia d’amore e il legame profondo tra vita personale e professionale. La scoperta del radio, il conseguimento dei due premi Nobel e il rapporto con il mondo accademico vengono narrati non solo come momenti storici della ricerca scientifica, ma anche come sfide personali e familiari, vissute da una donna che ha dovuto fronteggiare le convenzioni di un’epoca che relegava il sapere scientifico a un ambiente maschile.
Il racconto mette in luce il grande coraggio di una scienziata che, con dedizione e sacrificio, ha sfidato non solo le leggi della fisica, ma anche le restrizioni sociali. Quando nel 1906 Pierre Curie perse tragicamente la vita in un incidente, Marie rifiutò il vitalizio, preferendo proseguire la carriera accademica come prima docente donna all’Università di Parigi. La sua dedizione alla ricerca fu totale, tanto che i suoi studi sulla radioattività – che l’hanno portata a maneggiare sostanze altamente pericolose senza le precauzioni oggi adottate – le costarono la vita: morì nel 1934 per anemia aplastica a causa dell’esposizione prolungata alle radiazioni.
Ma il suo lascito è incalcolabile. Marie Curie non solo rivoluzionò il mondo della scienza, ma divenne un simbolo di emancipazione femminile, una pioniera che ha ispirato generazioni di donne a intraprendere carriere nel mondo della ricerca e della tecnologia. Lo spettacolo non si limita a ricordare i suoi successi scientifici, ma vuole anche restituire l’immagine di una donna riflessiva, umile e profondamente dedita alla scienza.
L’aspetto più emozionante dello spettacolo è la possibilità di avvicinarsi alla dimensione umana di una donna straordinaria, spesso considerata solo per i suoi risultati accademici. Con una narrazione coinvolgente e appassionata, il pubblico può esplorare le speranze e i sogni di una giovane scienziata che, nonostante gli ostacoli, ha cambiato il mondo. Lo spettacolo offre anche un’occasione unica per riflettere sulla condizione delle donne nella scienza all’inizio del XX secolo, paragonandola alla situazione attuale.
Il motto di Marie Curie, “Nella vita non c’è niente da temere, solo da capire”, rappresenta perfettamente la sua visione della scienza e della vita. Lo spettacolo offre una riflessione su quanto questa frase sia ancora rilevante oggi, in un mondo dove la scienza e l’educazione restano strumenti fondamentali per comprendere e migliorare il nostro futuro.
La Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori 2024, nella sua lunga programmazione, costituisce un’occasione imperdibile per celebrare la scienza in tutte le sue forme, e lo spettacolo su Marie Curie rappresenta un tributo emozionante e coinvolgente alla grandezza di una delle figure più iconiche della storia della scienza. Un’opportunità unica per il pubblico di conoscere non solo i risultati straordinari di una scienziata che ha cambiato il mondo, ma anche l’umanità, la forza e la determinazione di una donna che ha ispirato intere generazioni.