Cristian Arlotti, medaglia di bronzo ai recenti mondiali di karate, si trova oggi al centro di un caso giudiziario che rischia di offuscare la sua carriera sportiva. L’accusa è pesante: maltrattamenti e lesioni aggravate ai danni della sua ex compagna. Il processo, in corso presso il Tribunale di Torino, si basa su un fascicolo istruito dalla procuratrice Barbara Badellino e su una denuncia che racconta mesi di soprusi, violenze e minacce.
L’episodio culminante risale al 21 marzo 2024, quando i carabinieri intervennero a Nichelino, in via Genova, dopo la segnalazione di una donna in evidente stato di agitazione. All’arrivo delle forze dell’ordine, la ragazza presentava escoriazioni e ferite compatibili con un’aggressione. Raccontò di essere stata colpita con calci e pugni, e che non si trattava della prima volta.
La vittima, nel corso degli interrogatori, ha descritto il compagno come un uomo incline alla rabbia, in particolare quando faceva uso di alcol o sostanze stupefacenti. Avrebbe assistito a crisi di violenza mentre lui era sotto l’effetto di cocaina, crack o MDMA. “Mi urlava addosso senza motivo, distruggeva oggetti e mi terrorizzava”, ha dichiarato. Il referto medico parlava di un trauma cranico e una distorsione cervicale, con prognosi di 15 giorni.
L’avvocato difensore Tommaso Luca Calabrò, tuttavia, rigetta ogni accusa: “Cristian è innocente. Abbiamo testimoni pronti a confermare che non era lui l’aggressore. Questa storia è basata su una ricostruzione parziale e manipolata dei fatti”. Arlotti, nelle dichiarazioni rese ai carabinieri, ha ammesso di aver avuto problemi con l’alcol, ma ha negato l’uso di droghe e di aver mai colpito la ex compagna.
Il processo prosegue, e l’udienza di settembre sarà un banco di prova cruciale per entrambe le parti.