L’immaginazione, la libertà di parola e la diffidenza verso le istituzioni degli americani oltrepassano spesso il limite che, nelle coscienze degli europei, resta più definito. Da duecentocinquant’anni la libertà di parola è sancita dalla Costituzione e, ben 47 volte, i presidenti americani hanno giurato di difendere questo diritto.
Nel vecchio continente le capitali si trovano a poche ore di auto o, al massimo, di aereo anche dai punti più remoti dei confini nazionali. Negli Stati Uniti, invece, raggiungere la capitale significa attraversare un intero continente: un lungo viaggio che molti, nell’arco della loro vita, non compiono mai. Se non si vede con i propri occhi la sede del potere, come si può davvero avere fiducia in essa?
Quando Washington D.C. fornisce la propria versione di un evento tragico come l’assassinio di Charlie Kirk, l’uomo comune può rifiutarsi di crederci, rifugiandosi in un mondo alternativo. In questo mondo, un atto così traumatico non è la volontà di un singolo individuo, ma il risultato di un concerto di forze oscure, più grandi e potenti degli uomini stessi.
Va sottolineato che quello di Kirk è stato il primo assassinio in America , in cui le immagini strazianti del colpo mortale sono diventate immediatamente di dominio pubblico, diffondendosi in rete. Quel video ha al tempo stesso sconvolto e morbosamente appassionato milioni di utenti sulle piattaforme online. Il pensiero cospiratorio diventa rassicurante: ci si consola immaginando che non sia stato un solo uomo a compiere un gesto capace di oltraggiare così profondamente le nostre menti.
La versione ufficiale
La versione ufficiale, che per ora resta supportata da prove concrete, è che il ventiduenne Tyler Robinson abbia ucciso Charlie Kirk, spinto alla radicalizzazione da ideologie estremiste pro-gay e antifasciste. Lo testimoniano uno scambio di messaggi con il suo compagno transgender avvenuto dopo l’assassinio, oltre alla confessione resa dai genitori e agli investigatori.
Le teorie alternative
Le teorie alternative alla versione ufficiale coinvolgono entrambe le parti dello spettro politico. Ciò dimostra come l’evento abbia penetrato tutte le comunità politiche americane, ognuna delle quali cerca di offrire la propria visione: interpretazioni che, secondo gli inquirenti, non hanno alcun fondamento reale.
Il vicecapo di gabinetto, l’influente Stephen Miller, intervenendo in uno speciale del podcast che fu di Kirk, ospitato dal vicepresidente JD Vance poche settimane dopo la morte, ha dichiarato: “Concentreremo tutta la rabbia che proviamo in questi giorni per scardinare l’organizzazione criminale [riferendosi ad Antifa] che ha causato la morte del nostro caro”.
La dissonanza cognitiva, e dunque il punto preoccupante, è che l’amministrazione Trump considera Antifa come un’organizzazione unitaria. In Italia la sigla richiama concezioni più moderate, di centro, mentre negli Stati Uniti comprende gruppi e movimenti di estrema sinistra.
La teoria di Candace Owens
In ambienti di destra estrema si è diffusa la teoria sostenuta da Candace Owens, influencer e amica di lunga data di Kirk, e da Steve Bannon, commentatore ed ex stratega della campagna di Trump del 2016. Come riportato dal sito The Grayzone, Kirk sarebbe stato sotto forti pressioni da parte di alcune figure come Netanyahu , per abbandonare le sue posizioni sulla guerra in Palestina. In particolare, l’attivista americano avrebbe rifiutato quasi due milioni di dollari in donazioni per non aver voluto compiere un “pellegrinaggio” in Terra Santa e per aver ospitato, poco prima della sua morte, il giornalista filo-palestinese Tucker Carlson a un suo evento. Anche il sito italiano di analisi geopolitica InsideOver ha riportato ombre e insinuazioni su questa vicenda, sottolineando sempre che non c’è nessuna prova che leghi Israele alla morte di Charlie Kirk.
La teoria progressista
Dal versante opposto, ambienti progressisti hanno accolto la lettura della storica del Boston College, Heather Cox Richardson. Secondo la docente, Robinson sarebbe stato in realtà un esponente della destra radicale americana, deluso dalle posizioni troppo moderate del fondatore di Turning Point USA. A supporto, la studiosa ha citato il retaggio familiare del giovane, cresciuto in una famiglia repubblicana appassionata di armi.
Tuttavia, il suo recente avvicinamento a posizioni di sinistra, confermato dalla madre, smentisce questa versione. Un dettaglio fuorviante considerato sono le scritte ritrovate sull’arma del delitto, che riprendevano battute tipiche degli ambienti di destra online, pur senza costituire prova certa delle sue inclinazioni politiche.
Il caso Jimmy Kimmel
Questa teoria ha avuto tale eco da essere ripresa persino dal comico Jimmy Kimmel, che nel suo monologo televisivo sul canale ABC ironizzò sul presunto insabbiamento da parte della Casa Bianca per nascondere che uno di loro avesse ucciso l’attivista.
Il clamore fu tale che, poche ore dopo, il presidente della Federal Communication Commission (FCC), intervenendo al podcast condotto da Benny Johnson, minacciò l’ABC di revocare le licenze di trasmissione su frequenze pubbliche in città come Los Angeles e New York. Per calmare gli animi, la rete televisiva sospese il programma di Kimmel per una settimana.
La teoria, nata in ambienti di estrema sinistra, era così approdata al grande pubblico senza essere né confermata né smentita. Il dibattito si spostò allora sulla libertà di parola di un comico, e anche in questo caso la verità si confuse sullo sfondo.
È bene ricordare che, al suo ritorno in onda dopo dieci giorni, Jimmy Kimmel si scusò per il caso in cui il suo spettacolo fosse risultato insensibile per alcuni spettatori.
La spirale di violenza
Intanto, lo strascico di violenza politica seguito alla morte di Kirk non si è ancora esaurito. Nonostante la condanna unanime del mondo politico, pochi giorni fa si sono registrate nuove vittime: due ragazze sono state assassinate nel New Jersey da un loro follower, Vincent Battiloro, che dopo ripetute minacce le ha investite con la sua Jeep. In seguito ha diffuso su YouTube un video in cui le accusava, tra le altre cose, di aver fatto battute sulla morte di Kirk.
Un altro episodio tragico ha avuto luogo sullo sfondo di una crisi generale di salute mentale alimentata dal clima d’odio e di alienazione che pervade gli Stati Uniti. In questo contesto, pensieri e preghiere “thoughts and prayers” non bastano per salvarli dal vortice di violenza.