Incidenti inventati e referti falsi: 36 imputati alla sbarra per truffa avvocati e medici

CASERTA – Dietro a decine di incidenti stradali simulati c’era un ingranaggio perfettamente oliato, fatto di falsi feriti, certificati medici contraffatti e risarcimenti assicurativi milionari. È questa la trama che emerge nel processo in corso davanti alla seconda sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dal giudice Antonio Riccio. L’inchiesta, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa e dal NAS di Caserta, ha svelato un sistema che per anni avrebbe consentito di sottrarre alle compagnie assicurative circa quattro milioni di euro. Tutto partiva da incidenti inventati, costruiti con cura. Bastavano un’auto danneggiata, un referto “aggiustato” e qualche foto scattata nel momento giusto.Nella rete dell’accusa sono finiti 36 imputati, tra i quali medici, avvocati e operatori sanitari. Alcuni di loro avrebbero ricevuto denaro per firmare referti falsi, altri per autenticare lesioni inesistenti. Un infermiere dell’ospedale di Marcianise avrebbe poi convalidato i documenti, eludendo i controlli interni.Durante le perquisizioni, i militari hanno rinvenuto oltre 600mila euro in contanti. Sigilli anche a due strutture considerate centrali nel sistema illecito: uno studio diagnostico di Qualiano e un centro fisioterapico di Casal di Principe, dove sarebbero stati preparati i certificati necessari per le pratiche di rimborso.Tra i nomi degli imputati compaiono Antonio Abatiello, Emilio Acunzio, Carmine De Simone, Massimiliano Pagano, Fabio Pirozzi, Patrizia Intorto, Francesco Russo e molti altri.Il processo proseguirà nelle prossime settimane con l’escussione dei primi testi. Per il momento, resta l’immagine di un sistema tanto redditizio quanto diffuso, che — secondo l’accusa — avrebbe trasformato la truffa assicurativa in una vera e propria industria.

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