Il caso Mare Jonio davanti al Tribunale di Ragusa: in aula anche don Ciotti e la CGIL a sostegno dell’equipaggio

RAGUSA – L’aula del Tribunale di Ragusa era gremita questa mattina per la prima udienza del processo Mare Jonio, che vede imputati sei membri dell’equipaggio della nave dell’Ong Mediterranea Saving Humans.
Al centro del dibattimento, il salvataggio di 27 migranti avvenuto nel settembre 2020, dopo 38 giorni di stallo a bordo della petroliera danese Maersk Etienne.

Secondo la Procura, guidata dal pubblico ministero Santo Fornasier, l’intervento dell’Ong sarebbe avvenuto non per pura solidarietà ma per trarne un vantaggio economico. Gli inquirenti si basano in particolare su una donazione ricevuta dalla compagnia Maersk Tankers alcuni mesi dopo il salvataggio.
Un’interpretazione che la difesa contesta con forza, ribadendo la natura umanitaria dell’operazione e l’assenza di qualsiasi scopo di lucro.

Gli imputati — Pietro Marrone, Alessandro Metz, Giuseppe Caccia, Luca Casarini, Agnese Colpani e Fabrizio Gatti — si sono presentati in aula affiancati dai loro legali, Serena Romano e Fabio Lanfranca.
La difesa ha sollevato diverse eccezioni, tra cui l’illegittimità di alcune intercettazioni che avrebbero coinvolto anche difensori e parlamentari, nonché la nullità della costituzione di parte civile del Ministero dell’Interno, ritenuta tardiva e formalmente viziata.

Il Tribunale, presieduto da Elio Manenti con i giudici Giovanni La Terra e Francesca Aprile, ha rinviato la causa al 13 gennaio per decidere sulle eccezioni.
Presente in aula anche don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e una delegazione della CGIL con Alfio Mannino e Giuseppe Roccuzzo, a testimoniare un sostegno che travalica il piano giudiziario e tocca quello politico e civile: quello del diritto al soccorso in mare.

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