Processo alle “buste di nozze”: 18 imputati tra Roma e Caserta

Roma – Una vicenda che intreccia vita privata e giustizia penale. È approdato in aula il processo che vede imputati 18 invitati alle nozze di Pasquale I., accusati di aver firmato dichiarazioni mendaci per giustificare circa 10.000 euro sequestrati nel 2018 durante un’operazione antidroga.Quel giorno, a Palestrina, le forze dell’ordine scoprirono sostanze stupefacenti, strumenti di confezionamento e una somma di denaro occultata dietro un’intercapedine. Lo sposo, già noto per precedenti penali legati agli stupefacenti, aveva sostenuto che si trattasse di regali ricevuti in occasione del matrimonio, fornendo a sostegno dichiarazioni di parenti e amici.Per la sostituta procuratrice Silvia Sereni, però, quelle attestazioni rappresentano un tentativo di “ripulire” denaro proveniente dallo spaccio. La procura contesta dunque il reato di favoreggiamento ex art. 379 c.p., con l’accusa di aver fornito copertura a Pasquale I. attraverso dichiarazioni false.Gli imputati arrivano da diversi comuni, tra cui Maddaloni, Carinola, Santa Maria Capua Vetere, Caserta e San Tammaro, riflettendo il legame stretto tra lo sposo e la comunità campana.La difesa è corposa: a Roma si distinguono gli avvocati Fabiola De Fabiani ed Emanuele Antonini, mentre dal foro di Santa Maria Capua Vetere difendono Davide Farina, Ferdinando Letizia, Giuseppe Sparaco, Luigi Maria Arzillo e Daniele Pasquariello. I legali hanno insistito sulla genuinità dei regali nuziali, definendo le accuse sproporzionate e prive di riscontri oggettivi.Il caso mette in luce come un evento familiare possa trasformarsi in un processo complesso, capace di coinvolgere intere comunità e di mettere in discussione la sottile linea tra dono legittimo e riciclaggio di denaro illecito.

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *