Passaporti rubati alla Questura di Trapani, ex agente e imputati alla resa dei conti

Il procedimento giudiziario per il furto e l’uso illecito di passaporti in bianco sottratti dalla Questura di Trapani si avvicina al suo epilogo. La vicenda, esplosa nel 2018, aveva visto finire in manette Angelo Patriarca, allora in servizio al Commissariato di Marsala, e altre persone accusate di aver immesso i documenti nel circuito clandestino.

Il pubblico ministero Rosa Tumbarello ha chiesto per Patriarca una condanna a due anni e mezzo di reclusione. Più pesante la richiesta nei confronti di Rachid Dalal, per il quale si prospettano tre anni e quattro mesi. Diversa invece la posizione della moglie di Dalal, Vita Annalisa Daunisi, per cui la Procura ha invocato l’assoluzione.

Il processo, aperto nel maggio 2021 davanti al giudice monocratico Massimo Corleo, è ora condotto dalla giudice Roberta Nodari.

Le indagini partirono da due fermi casuali: a Roma e Milano, cittadini stranieri vennero trovati con passaporti apparentemente regolari ma che, all’esame elettronico, risultarono privi di dati. Gli accertamenti collegarono quei documenti a un lotto di 400 passaporti scomparsi da Trapani.

Secondo la ricostruzione accusatoria, sarebbe stato Patriarca a prelevarli, utilizzando un nome fittizio e una falsa richiesta intestata al Commissariato di Mazara del Vallo.

Nel corso delle indagini, l’ex poliziotto ammise di aver accettato denaro in cambio di atti contrari al proprio ufficio, dichiarazioni che pesarono molto sul suo percorso giudiziario. Inizialmente si parlava di un’associazione a delinquere con imputazioni di peculato, furto e corruzione. Successivamente, i reati vennero riqualificati in truffa pluriaggravata, con pena massima prevista di cinque anni.

Oggi il quadro si concentra sul reato di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale. Patriarca è stato sospeso e riceve metà stipendio. Dei 400 documenti rubati, soltanto due sono stati ritrovati, a testimonianza della gravità e della pericolosità della sottrazione.

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